Milano. Il documento è di vitale importanza e verrà utilizzato dalla famiglia della vittima per opporsi alla richiesta d'archiviazione del caso come suicidio.
La famiglia non retrocede dinanzi all'archiviazione del caso. Non vuole accettare la dinamica descritta dalla chiusura in corso.
Si tratta della perizia che hanno depositato gli avvocati Francesco Cangiano e Luogo Sena sulla morte del ginecologo napoletano Stefano Ansaldi. Il medico trovato morto in via Macchi a Milano il 19 dicembre scorso con un taglio alla gola.
Il medico ucciso a Milano
Secondo il medico legale Fernando Panarese è da escludere l'ipotesi del suicidio. Piuttosto le risultanze tecniche depositate dal medico avanzano l'ipotesi che il dottore sia stato ucciso (NapoliToday).
La perizia evidenzierebbe come Ansaldi potrebbero averlo sorpreso alle spalle da qualcuno che gli avrebbe tagliato la gola.
Un uomo che avrebbe agito con la mano destra provocandogli un taglio partito dal pomo d'Adamo. E arrivato fino a sotto la mandibola destra con una direzione andante verso l'alto.
Una dinamica del taglio che, sempre secondo la perizia di parte, difficilmente sarebbe potuta essere realizzata dalla mano del medico se non con un movimento innaturale del polso.
I dettagli sul caso
A terra venne trovato anche l'orologio Rolex dell'uomo col cinturino ancora agganciato. Inoltre il perito ha spiegato il taglio sul guanto in lattice usato da Ansaldi per proteggersi dal covid in piena pandemia. Come la conseguenza di una colluttazione ingaggiata con l'aggressore.
Di diverso avviso, invece, la procura meneghina che ha già chiesto l'archiviazione del caso come suicidio, sulla scorta degli elementi raccolti dall'autopsia e dagli investigatori, che pure in un primo momento avevano pensato a una rapina finita male.
Ansaldi si era accasciato dietro l'impalcatura di un cantiere edile, in un punto "cieco" per le telecamere comunali che non era pertanto coperto dalla sorveglianza.
Ci fosse stato un killer, però, lo avrebbero ripreso proprio gli occhi elettronici che inquadrano la strada, mentre nelle immagini non si vedrebbe nessuno uscire da quel punto dopo il passaggio di Ansaldi.
Ennesimo indizio: sul coltello che ha ucciso il 65enne non c'erano tracce né impronte di nessun tipo e lui indossava dei guanti in lattice.
La procura di Napoli, in un'inchiesta parallela, sta provando a ricostruire la rete di rapporti del professionista, il cui cellulare è sparito nel nulla il giorno della morte (MilanoToday).
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