Meningite scambiata per vasculite, Maria Iavarone perde due dita: condannati i medici
L'Asl di Caserta è stata ritenuta responsabile dei fatti e condannata ad un risarcimento di 80mila euro
Maria Iavarone, oggi 26 anni, ha vissuto un vero e proprio incubo nel febbraio del 2018, quando, a causa di un errore medico, la sua vita cambiò per sempre.
Affetta da meningite, venne diagnosticata erroneamente con una vasculite e lasciata per ore senza le cure adeguate.
A causa di questo grave errore, Maria ha subito l'amputazione di due dita e la perdita di tessuti alle gambe.
Un’esperienza traumatica che ha segnato la sua esistenza, e che ha portato alla condanna dell'Asl di Caserta con un risarcimento di 80mila euro per i danni fisici e morali subiti.
L'inizio del calvario: una diagnosi sbagliata
Tutto iniziò la notte tra il 12 e il 13 febbraio 2018. Maria, all'epoca ventunenne, si recò al Pronto Soccorso dell'ospedale Moscati di Aversa con febbre alta, vicina ai 40 gradi, dolori diffusi e lividi preoccupanti sui gomiti e sulle braccia. Nonostante questi sintomi, tipici di una grave infezione, il personale sanitario minimizzò la situazione. Come racconta Maria stessa, gli infermieri le dissero di "non strillare" e di aspettare. Fu solo dopo cinque ore di attesa che vennero eseguite le analisi del sangue, rivelando una grave infezione. Tuttavia, invece di trattarla subito per meningite, la diagnosi iniziale fu di vasculite.
Il trasferimento al Cardarelli e la scoperta della meningite
Nonostante la diagnosi errata, i medici del Moscati consigliarono il trasferimento di Maria all’ospedale di Caserta per ulteriori cure. Tuttavia, il padre di Maria decise di portarla all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove i medici compresero immediatamente la gravità della situazione: si trattava di meningite. Da lì, Maria venne trasferita urgentemente all'ospedale Cotugno, noto per la sua specializzazione in malattie infettive. Qui, trascorse otto giorni in terapia intensiva, lottando tra la vita e la morte.
Le conseguenze dell'errore medico: amputazioni e danni permanenti
Purtroppo, il ritardo nella diagnosi e nelle cure ha avuto conseguenze devastanti per Maria. Nonostante sia riuscita a sopravvivere, le complicazioni della meningite furono tali da costringere i medici ad amputare il mignolo della mano sinistra e il dito medio della mano destra. Oltre a ciò, ha subito la perdita di ampie porzioni di tessuti alle gambe, compromettendo ulteriormente la sua qualità di vita. «La mia vita è cambiata per sempre», racconta Maria. «Non sarò mai più la stessa».
La condanna dell'Asl di Caserta e il risarcimento
Di fronte a questo grave errore medico, Maria ha deciso di chiedere giustizia, rivolgendosi allo studio legale Olmo, rappresentato dall’avvocato Luciano Palermo. Il caso è stato portato davanti alla seconda sezione civile del tribunale di Napoli Nord, presieduta dalla giudice Dora Alessia Limongelli. Dopo un'attenta perizia medica e legale, il tribunale ha stabilito la responsabilità dell'Asl di Caserta per i danni subiti da Maria e ha ordinato il pagamento di un risarcimento di 80mila euro.
«Siamo sempre stati certi della sentenza», ha dichiarato l’avvocato Palermo. «Il nostro team si è avvalso di medici di alto profilo per studiare il caso di Maria, e il tribunale ha accolto in pieno la nostra perizia, condannando l'Asl per l'errore».
Una sentenza giusta ma dolorosa
La sentenza è stata accolta con sollievo dalla famiglia di Maria, ma non cancella il dolore e le sofferenze subite. «È una vittoria amara», ha commentato Maria. «La mia vita è stata stravolta e nulla potrà mai riportare indietro ciò che ho perso».