Tragedia a Bologna, infermiere di 42 anni si toglie la vita: "Eccesso di stress da lavoro"
Un professionista della sanità è stato trovato morto nel suo appartamento, la causa potrebbe essere lo stress da lavoro
Un dramma ha sconvolto la città di Bologna. Un infermiere di 42 anni, che lavorava presso il reparto di medicina d'urgenza dell'ospedale Maggiore, è stato trovato morto suicida nel suo appartamento nel centro cittadino. La tragica scoperta è stata fatta dalla sorella, che, entrando in casa intorno alle 19, ha trovato l'uomo impiccato.
La Polizia è intervenuta immediatamente sul luogo dell'accaduto e ha avviato gli accertamenti del caso per cercare di fare chiarezza sulle circostanze del gesto estremo. Non sono ancora emersi dettagli riguardo alle motivazioni che hanno portato il 42enne a togliersi la vita.
Le Condizioni di Lavoro sotto Pressione
A dare la notizia del suicidio è stato il sindacato infermieri Fials, che ha espresso profondo cordoglio verso la famiglia del collega. Alfredo Sepe, segretario regionale del sindacato, ha sottolineato come le condizioni lavorative all’ospedale Maggiore siano estremamente difficili, con una continua pressione causata dalla carenza di personale, doppi turni e carichi di lavoro insostenibili. “Questo stress può generare ansia e depressione,” ha dichiarato Sepe, “e si aggiunge alle frequenti aggressioni subite dal personale sanitario.”
Un Esposto all'Ispettorato del Lavoro
Il sindacato Fials Emilia-Romagna ha inoltre annunciato l'intenzione di presentare un esposto all'ispettorato del lavoro per denunciare le difficili condizioni lavorative che affliggono i professionisti della sanità. “Ci lascia un collega, un amico, un professionista serio e preparato,” ha scritto in una nota l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bologna, esprimendo vicinanza alla famiglia.
L'Ordine ha inoltre rivolto un appello alle Istituzioni e alla cittadinanza, chiedendo un'attenzione maggiore verso il benessere di chi lavora quotidianamente per curare gli altri. “Chiediamo a cittadini e Istituzioni di unire le forze per valutare azioni congiunte finalizzate a prendersi cura di chi ci cura,” ha concluso l’Ordine, evidenziando la necessità di interventi concreti per migliorare le condizioni lavorative e tutelare la salute mentale del personale sanitario.