In India, nello stato del Madhiya Pradesh, si continua a scavare ormai da oltre 40 ore nella speranza di ritrovare ancora in vita il piccolo Tanmay Sahu, il bambino di otto anni incastrato a circa 30 metri di profondità da martedì sera.

Sono ancora in corso – ed è una corsa contro il tempo – le operazioni di salvataggio per estrarre dal pozzo artesiano il bambino: i soccorritori stanno scavando con le ruspe un cunicolo laterale per raggiungere il bambino che però, secondo quanto emerso nelle ultime ore, non risponderebbe più.

"Le speranze di trovarlo vivo sono ormai scarse", è quanto purtroppo ha detto ai media il responsabile delle operazioni.

Tanmay Diyawar è precipitato nel pozzo martedì, mentre stava giocando in campagna. Il dramma si è consumato davanti alla sorellina di 12 anni, che immediatamente è andata dal padre per raccontargli quanto accaduto. "Mia figlia lo ha visto e mi ha informato che era caduto nel pozzo. Ci siamo subito precipitati. Respirava e abbiamo ascoltato la sua voce", le parole del papà disperato al quotidiano The Hindu.

Nelle scorse ore i soccorritori avevano definito le condizioni del bambino "stabili": Tanmay viene monitorato tramite una telecamera, con una equipe medica che è sul posto, mentre le macchine continuano a scavare per portarlo di nuovo alla luce. "Ci vuole più tempo di quanto ci aspettassimo perché ci sono pietre. Abbiamo chiamato una macchina demolitrice di notte per romperle", avevano detto ieri i soccorritori.

Ma adesso, col passare delle ore, la situazione sembra complicarsi e ancora non è stato possibile estrarre il bambino. Incidenti di questo tipo sono purtroppo frequenti nelle campagne indiane, dove proliferano i pozzi artesiani. Spesso lasciati scoperti, rappresentano un serio pericolo soprattutto per i più piccoli.

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