Gattuso nel post partita: «Che orgoglio allenare a Napoli».
Vittoria che può cambiare la stagione? "Non cambia niente, oggi valiamo 27 punti, tanti ne abbiamo 27 e questi valiamo, bastoniamoci da soli. Più di qualcosa ho sbagliato, tante problematiche ci siamo inguaiati da soli e dobbiamo solo lavorare e pedalare. Noi sappiamo giocare, dobbiamo farlo, ma se riusciamo a soffrire senza regalare uomini per la pressione ultra-offensiva possiamo fare domande così".
Cosa ti è piaciuto di più? "Tutto, lo stadio, l'atmosfera, nessuno ha sbagliato partita, da Meret agli altri, abbiamo concesso solo 2 palle gol ad una delle 4 squadre più forti d'Europa".
Più sfrontati nella ripresa. Era già decisa così? "No, nel secondo tempo i loro centrali portavano palla e pizzicavamo più in avanti perché loro ci venivano in bocca, nel primo tempo invece loro giravano palla, i 15 metri in avanti ce li hanno fatti fare loro e quindi doveva uscire la mezzala".
Dove ha vinto la partita il Napoli? "L'avevo detto ieri, giocando in due fasi, rispetto per loro quando avevano palla, ma giocando sui 25 metri salendo a palla coperta, lavorando tanto sugli esterni con le mezzali, grande Demme fino a quando è stato in campo, ci ha dato grande copertura ed ordine, poi grande palleggio col pallone. Non si palleggia per far divertire la gente, ma per uscire dal basso e giocare i 5 contro 5 dall'altro lato, l'abbiamo sempre fatto pur sbagliando l'ultimo passaggio".
Cosa ha fatto per riportare Insigne a questi livelli? "E' la squadra che si sta allenando con carichi pesanti, intensità, poi quando non arrivano i risultati sembra che racconto barzellette, ma stiamo lavorando. Ci sono più sterzate, c'è lavoro a secco, in questi 45-50 giorni abbiamo lavorato e ora raccogliamo i frutti".
Juve senza un tiro nello specchio nel primo tempo. Era questo il Napoli che voleva dietro? "Secondo te... è chiaro, domanda facile. I concetti sono semplici, bisogna lavorare, tenere bene il campo e lavorare di reparto. E' un calcio diverso da quello di Carlo, a me non piace dare campo agli avversari, ma lavorare di reparti. Ma io non dimentico la Fiorentina, è stata una mazzata, non ho visto il fuoco e una squadra di Gattuso non può sbagliare a livello di cattiveria agonistica. Ora testa a mercoledì, ho dato 2 giorni perchè è l'ultima settimana che posso darli".
Battere la Juve significa entrare di diritto nel cuore dei napoletani. E quell'esultanza sotto la curva? "Io mi emoziono pure quando gioco a calcio con mio figlio, figurati. Essere qui da uomo del sud, allenare una piazza così, è motivo d'orgoglio. Ai tempi di Maradona rompevo le palle a mio papà, ma c'erano pochi soldi. Poi ci sono venuto da giocatore, io però voglio entrare nel cuore dei giocatori più che dei tifosi, vediamo cosa riuscirò a fare perché a me nessuno mi ha mai regalato niente, faccio già da tanto questo lavoro pur essendo giovane e spero di scrivere cose importanti per questa città".
Sulla condizione fisica: "Se non stai bene non puoi tenere questi ritmi, la media è alta. Il punto non è come corri o quanto corri, ma come tieni il campo e come annusi il pericolo, ora si sta lì dietro, tutti si aiutano, poi si palleggia costruendo con due centrali dentro l'area e Meret con i piedi... eravate preoccupati, ma lavorando e credendo in quello che si fa...".
Sugli infortunati: "Maksimovic era in panchina, disponibile per 10-15 minuti se c'era bisogna. Koulibaly e Mertens si sono allenati, speriamo che mercoledì saranno entrambi a disposizione".
Sul calendario ora con le medio-piccole: "Dopo le prossime tre gare vi dirò se siamo guariti, ci faranno capire che tipo di campionato possiamo fare".
Su Demme che fa giocare meglio gli altri: "Fabian, Zielinski e gli altri sono giocatori forti! Andavano messi in un contesto, ma sono forti perciò fanno partite del genere, bisogna prepararli ma tanti sono forti, forti, forti e bisogna cercare solo il collettivo. Ora arriviamo prima possibile ai 40 punti, subito, velocemente, poi dopo vediamo".
(Tuttonapoli)