Napoli, scoppia la polemica per la statua di Gaetano Pesce: "Il patriarcato è la religione del fallo. Le donne non possono accettarlo"
Diverse associazioni femministe hanno criticato la statua, definendola un simbolo di "misoginia fallocratica"
L’opera "Tu si’ na cosa grande" di Gaetano Pesce, esposta a Piazza Municipio a Napoli, è finita al centro di una forte polemica.
In una lettera inviata al sindaco Gaetano Manfredi, circa 200 donne appartenenti a sette organizzazioni hanno espresso la loro indignazione per la forma fallica dell’opera, considerandola un’esaltazione del patriarcato e una mancanza di rispetto verso le donne. Le associazioni chiedono la rimozione immediata della statua e l’istituzione di una consulta comunale femminile per valutare le future scelte culturali della città.
La Lettera delle Associazioni Femministe
In una lettera inviata al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sette associazioni femministe, tra cui Terra di Lei, UDI Napoli, e il Comitato Madri Unite, hanno espresso il loro dissenso riguardo all’installazione artistica. Le firmatarie sostengono che la statua, con il suo "carattere sfacciatamente fallico", rappresenta un simbolo del patriarcato che non può essere tollerato in una città come Napoli.
Secondo le donne, l'opera di Pesce non richiama l’iconico Pulcinella, ma piuttosto incarna un "orgoglio virile" che rinforza una visione maschilista della società. "Il patriarcato è la religione del fallo", scrivono, criticando la scelta di erigere un monumento che perpetua una gerarchia di potere maschile basata sulla sessualità e il dominio. Le firmatarie chiedono quindi al sindaco non solo la rimozione immediata della statua, ma anche la creazione di una consulta comunale femminile che partecipi attivamente alle decisioni culturali della città.
Una Critica alla Cultura Maschilista
Le associazioni femministe vedono nell’opera di Gaetano Pesce una rappresentazione visiva della cultura patriarcale che continuano a combattere. Citarono la filosofa Adriana Cavarero per sottolineare come l’erezione del simbolo fallico in piazza rappresenti la subordinazione della donna alla "rettitudine del maschile", perpetuando così un rapporto di forza basato sul dominio maschile. In un’epoca in cui si parla tanto di uguaglianza di genere e lotta contro la violenza di genere, le firmatarie ritengono che l'opera sia un’offesa alle donne di Napoli, specialmente considerando l’elevato tasso di femminicidi e l’emergenza di violenza domestica.
La Richiesta di Cambiamento
Nella lettera, le associazioni non solo chiedono la rimozione della statua, ma sottolineano anche la necessità di un cambiamento più ampio nelle decisioni culturali della città. Esse auspicano che venga creata una consulta comunale femminile, attraverso la quale le donne possano avere voce in capitolo sulle scelte che influenzano l'immagine e i valori culturali di Napoli. Ritengono che molte decisioni, compresa quella di finanziare l’opera con i fondi pubblici, siano state prese senza considerare l’impatto sociale e culturale che avrebbero potuto avere.
Una Reazione Mista del Pubblico
La statua di Pesce ha scatenato una reazione mista tra i cittadini napoletani. Mentre alcuni vedono l'opera come un’espressione artistica audace, altri, sia uomini che donne, hanno espresso disagio per la sua forma e il suo significato simbolico. Alcuni uomini hanno ammesso di sentirsi imbarazzati di fronte all’opera, che vedono come una rappresentazione distorta della mascolinità.
Le polemiche attorno all’opera di Gaetano Pesce potrebbero aprire un dibattito più ampio sul ruolo dell’arte nello spazio pubblico e sul significato simbolico che le opere possono assumere, in particolare in relazione a questioni di genere. Tuttavia, la richiesta di rimozione avanzata dalle associazioni femministe rappresenta un segnale chiaro di come parte della comunità locale percepisca l'opera come un affronto alle conquiste femminili in termini di emancipazione e uguaglianza.