LONDRA. Fuori dalla clinica londinese dove sarebbe ricoverato Gianluca Vialli è in corso la storica protesta di infermieri e infermiere inglesi, la prima in 106 anni, che chiedono un aumento del 19% in busta paga, mentre gli automobilisti suonano il clacson in solidarietà. Dentro questo edificio storico georgiano a West London c'è l'ex calciatore della Juventus e della Nazionale, anche se l'ospedale per ora non conferma. Di certo, Vialli, che sta lottando da cinque anni contro un tumore al pancreas, è seguito dal primario David Cunningham, oncologo e tifoso del Chelsea, l'ex squadra proprio di Gianluca, che lo ha curato sin dall'inizio della sfida più importante della sua vita.

Vialli ricoverato a Londra

Tra i suoi amici ed ex compagni di squadra che gli sono vicini, parla Gianfranco Zola, la “legend” del Chelsea come lo chiamano a Stamford Bridge, che a Londra ci dice: “Siamo tutti con Gianluca, incrociamo le dita per lui”. Non è chiara la gravità delle attuali condizioni di Vialli ma la madre 87enne Maria Teresa e il fratello sarebbero arrivati lunedì a Londra e apparentemente già di ritorno verso l’Italia, mentre altri familiari dovrebbero alternarsi nei prossimi giorni. La sensazione è che, come sempre, Gianluca stia ancora lottando contro il male, o “l’indesiderato compagno di viaggio”, come lo ha definito lui, e che le condizioni non siano disperate, sebbene un bollettino medico ufficiale non sia stato ancora diramato.

Vialli vive a Londra con moglie e figlie

Solo qualche giorno fa, Vialli ha annunciato di assentarsi per qualche tempo dalla Nazionale italiana, dove è parte dello staff dell'amico e allenatore Roberto Mancini, proprio per riprendere la sua battaglia contro il cancro qui a Londra, dove vive da molti anni dopo la sua avventura al Chelsea insieme alla moglie Cathryn White-Cooper e le due figlie Olivia e Sofia. In questa clinica londinese Gianluca ha ripreso a lottare, sostenuto dall'affetto, vicino e lontano, di tutta la sua famiglia, dei suoi amici e di tutti i suoi tifosi, vicini e lontani.

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