JESOLO. Una giovane vita spezzata a causa di una grave malattia. Si è spento a 13 anni Alberto Furlan, giovane jesolano affetto da una rara forma di sarcoma che colpisce i nervi periferici. È spirato all’ospedale di Padova, dove era ricoverato da alcuni giorni all’insorgere di nuovi sintomi gravi di questa malattia che gli era stata diagnosticata nel novembre del 2020. Tutto è iniziato con un banale dolore alla gamba che non passava, poi le visite dal medico, all’ospedale, i primi ricoveri per visite ed esami specifici. In mezzo, la pandemia con il blocco delle visite, i disagi per entrare negli ospedali a complicare ulteriormente il decorso della malattia. Infine la diagnosi che suonava come verdetto: «Non potrai più guarire». Alberto lo sapeva, confortato da una famiglia che non lo ha mai lasciato solo e ha contribuito a dargli la forza per non fermarsi mai. Papà Loris, meccanico esperto alla pista Azzurra dei go kart, mamma Irene Dalla Pria, che lavora in farmacia in piazza Milano, il fratellino Alessandro di 4 anni cui era legatissimo. «Diventerò fratello maggiore», disse ai nonni quando Alessandro era appena nato. E lo è stato fino all’ultimo, litigando e facendo la pace come succede sempre tra fratellini. Lo ha salutato per l’ultima volta prima del ricovero all’ospedale di Padova. Il 27 giugno Aberto aveva ricevuto la cresima da don Lucio nella chiesa di piazza Trieste, la sua parrocchia. Non voleva essere solo e così alcuni amici hanno anticipato questo appuntamento con il sacramento così importante per stargli vicino. Ci teneva tanto e ha realizzato così il suo desiderio manifestato più volte in famiglia e con il parroco. Papà e mamma si fanno coraggio nella abitazione in via Selghera tra Paese e lido. Con loro il piccolo Alessandro che non rivedrà mai più il fratello Alberto. «È morto sereno», raccontano papà e mamma, «e per noi questo è importate. E ha affrontato la malattia sempre con grande coraggio, senza mai abbattersi. È quasi sempre stato a casa con noi, avevamo le medicine e lo aiutavamo nei momenti difficili che sono stati tanti». «Tutto è iniziato con un dolore dietro al ginocchio», proseguono, «che non passava più. A lui piaceva tanto pedalare in bici, ma faticava. Allora lo abbiamo portato dal medico, poi in ospedale e abbiamo saputo del sarcoma, una forma estremamente rara. Non c’è stato più nulla da fare». Ora la parrocchia di piazza Trieste con don Lucio Cilia si è stretta attorno al dolore di questa famiglia. I funerali saranno celebrati venerdì alle 14. 30 nella chiesa di piazza Trieste e il rosario sarà recitato giovedì alle 17. 45 nella stessa parrocchiale. Per tutta Jesolo questa morte a fine stagione, dopo un’estate di lavoro e frenesia, è un duro colpo che ha commosso l’intera comunità che si ferma in preghiera. Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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