"Odio mia figlia e ho un rifiuto per lei”.
Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare alla scimmia. Le ho pure rotto il braccio (…). L’ho picchiata a morte. Lei capisce, lei sa tutto, ma è furba e viziata. Metto il veleno dentro il suo mangiare". Così una mamma di 29 anni parlava della figlia, una bimba con una leggera disabilità. La donna lo scorso giugno era stata arrestata dalla polizia locale di Milano assieme al marito e padre della bimba, anche lui 29enne, dopo che i medici di un ospedale in cui la piccola era stata portata a seguito degli ennesimi maltrattamenti subìti in famiglia avevano riscontrato lesioni pregresse e, insospettiti, avevano avvertito le forze dell'ordine.
I genitori erano stati arrestati mentre tentavano la fuga
Le indagini che ne erano seguite avevano rivelato le atrocità che la piccola era stata costretta a subire per mesi dai genitori, due cittadini egiziani che vivevano abusivamente in un appartamento in zona San Siro. La coppia si era trasferita in Italia nel 2010: due dei loro cinque figli sono nati in Italia. Mentre la figlia picchiata era ricoverata in ospedale, avevano provato a fuggire con gli altri quattro figli in Egitto, ma erano stati bloccati dalla polizia locale, che da tempo ne monitorava le mosse e le conversazioni. Parole agghiaccianti, in cui i due prospettavano di voler uccidere la loro figlia: "Portala in bagno ora e strangolala subito – diceva il padre alla madre -. Chiudi il suo naso così non respirerà più e falla finita".
Madre e padre condannati a 5 e 4 anni di reclusione
Adesso i due genitori, come rivela Mario Consani sul quotidiano "Il Giorno", sono stati entrambi condannati: alla madre, ritenuta la più violenta, sono stati inflitti cinque anni di reclusione per maltrattamenti e lesioni al termine del processo con rito abbreviato, che ha comportato lo sconto di un terzo della pena. La donna aveva anche provato a chiedere l'incapacità di intendere e di volere, ma una perizia ha dimostrato il contrario. Il marito e padre della bambina ha invece patteggiato una condanna a quattro anni di reclusione.(Fanpage)
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