La famiglia formata da 4 persone, genitori e due figlie, rientra dalla Spagna il 12 agosto. Apparentemente stanno bene, non hanno sintomi, chiamano ugualmente l'ASL Napoli 3 per eseguire il tampone. Dopo 6 giorni ancora nulla. La famiglia è chiusa in casa in quarantena senza sapere cosa fare. Antonio Russo è un infermiere dell'ospedale Cardarelli, lavora in un reparto d'urgenza e vive con la famiglia a Castello di Cisterna in provincia di Napoli.

La famiglia torna dalle vacanze il 12 agosto

“Siamo rientrati dalla Spagna il 12 agosto scorso e siamo chiusi in casa da 6 giorni, con le nostre due figlie, aspettando che l'Asl Napoli 3 Sud venga a farci il tampone. Mia moglie è spagnola e siamo entrambi infermieri. Siamo stati a Malaga, una zona con pochi casi di Coronavirus, e abbiamo sempre portato le mascherine durante la vacanza. Stiamo bene, non abbiamo sintomi riconducibili al Covid19. Ma nessuno viene a controllarci da quasi una settimana, nonostante ripetuti solleciti”. Anche la moglie infermiera, lavora in un poliambulatorio a San Giovanni a Teduccio, sono stati in vacanza in Spagna con le due figlie di 12 anni. Rientrano il 12 agosto, proprio il giorno dopo in cui il ministro Speranza pubblica l'ordinanza in cui obbliga a chi rientra da specifici paese di eseguire il tampone e De Luca emana l'ordinanza numero 68 che impone ai residenti in Campania entro 24 ore di segnalare all'ASL e di stare in quarantena per 14 giorni pena denuncia e multa fino a 1000 euro. “Da giorni chiamiamo per poter avere il tampone senza risposta Solo oggi ci hanno detto che passeranno stasera, a distanza di 6 giorni. Il paradosso è che mentre noi siamo costretti a non andare a lavorare, i turisti spagnoli che erano con noi in aereo sono in giro presumibilmente per godersi le vacanze nella nostra bella Campania”.

Abbiamo saputo dell'ordinanza da alcuni familiari

"Noi siamo stati a Malaga, una regione della Spagna poco colpita, non è come la Catalogna dove ci sono molti casi. Abbiamo sempre indossato la mascherina perché in Spagna è obbligatoria. Siamo tornati mercoledì 12 agosto alle ore 10 all'Aeroporto di Capodichino. Abbiamo saputo da alcuni nostri familiari che la sera prima era stata firmata l'ordinanza regionale. Quando siamo arrivati all'Aeroporto di Capodichino non c'è stato alcun controllo, c'era solo un termoscanner all'uscita. Quando siamo arrivati in Spagna il 22 luglio, invece, la compagnia aerea ci ha avvisati che avremmo dovuto compilare dei questionari e quando siamo atterrati ce li hanno chiesti e fatti firmare e ci hanno misurato la temperatura con gli scanner, prima di farci andare via”. “Il giorno dopo il rientro a Napoli, giovedì 13, abbiamo fatto la denuncia all'Asl Napoli 3 Sud, io e mia moglie e 2 bimbe di 5 e 7 anni. La Uopc di Marigliano ci aveva garantito che in 24-48 ore sarebbe arrivata a farci il tampone a casa. Ma sono passati 6 giorni e non si è visto nessuno. Intanto abbiamo avvisato il nostro medico curante che l'ha comunicato all'Inps e sono partiti i giorni di malattia e noi abbiamo comunicato che eravamo in quarantena anche ai rispettivi datori di lavoro. Ad oggi non abbiamo alcun sintomo, siamo sicuri che i nostri tampono saranno negativi. Ma intanto siamo chiusi in casa da 6 giorni”. La famiglia Russo, riesce ad approvvigionarsi facendosi portare la spesa a domicilio. Il problema maggiore è che il padre di Antonio ha 83 anni, vive da solo a Napoli, ma è invalido al 100 per cento, non è autosufficiente, se il figlio non può aiutarlo perché costretto alla quarantena. “Da operatore sanitario, so come è difficile gestire una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, ma credo che bisogni strutturare le misure che facciano sì che non si stia chiusi in casa per tanti giorni. Questo problema riguarda anche altri colleghi degli ospedali che stanno rientrando dalle vacanze. Rischiamo di avere i reparti sguarniti. L'Asl Napoli 1 ha realizzato un punto per fare i tamponi nella sede del Frullone, perché non fa altrettanto anche l'Asl Napoli 3? All'aeroporto di Fiumicino si fa il tampone all'arrivo. Perché non si fa altrettanto a Capodichino? Il Covid19 non è scoppiato da una settimana, ma da febbraio, perché non si è programmata in anticipo la stagione estiva? Bisogna salvaguardare la libertà delle persone oltre alla salute”. Fonte Fanpage.it Leggi anche Coronavirus, aumentano i casi nel Lazio. Non erano stati all’estero
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