BONUS 200 EURO. Siamo vicini alla metà del mese e si avvicinano allo stesso modo anche alcune scadenze importanti. Tra queste, la presentazione del 730 che potrebbe svelare una verità poco piacevole: bonus 200 euro da restituire a ottobre.

Bonus 200 euro da restituire: chi rischia e perché?

Come sappiamo, il requisito principale per avere diritto al bonus 200 euro introdotto dal decreto legge 50/2022 (meglio noto come Decreto Aiuti) è avere un reddito complessivo relativo al 2021 non superiore a 35mila euro. Sono esclusi dal calcolo del reddito i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. Se si supera questa soglia, ci sono due possibilità: o non viene pagata indennità oppure il bonus 200 euro da restituire. Ed è proprio su quest’ultima ipotesi che ci concentriamo oggi. In particolare, il bonus 200 euro da restituire è un rischio soprattutto per i pensionati, che hanno ricevuto il contributo in automatico e sono rientrati nella platea provvisoria di destinatari grazie ai dati in possesso dell’INPS. Tuttavia, visto che il 30 settembre 2022 scade il termine perpresentare il modello 730, ossia la dichiarazione dei redditi, l’Istituto potrà incrociare i dati già a disposizione con quelli forniti dall’Agenzia delle Entrate in merito al 2021 e verificare se il bonus una tantum sia stato erogato regolarmente oppure in maniera indebita, per mancanza dei requisiti di reddito.
Se da questa verifica ex post risulta un pagamento non dovuto, il bonus 200 euro da restituire. In base alla circolare dell’INPS 73/2022, i 200 euro percepiti indebitamente ed erogati dall’Istituto dovranno essere restituiti entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle informazioni reddituali, e quindi entro il 2022.

Bonus 200 euro da restituire: chi è “fuori pericolo”

La data del 30 settembre 2022 rappresenta solo il primo appuntamento per verificare l’erogazione regolare o indebita del bonus 200 euro ai pensionati. Tuttavia, il bonus 200 euro da restituire è un rischio anche per i pensionati che dovranno presentare la dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre 2022. In questo caso, si tratta dei pensionati titolari di redditi da lavoro autonomo assoggettabili ad IRPEF. Nella platea di pensionati italiani, però, non tutti corrono il rischio di restituzione bonus 200 euro. In particolare, sono da considerarsi “fuori pericolo” coloro che hanno percepito esclusivamente redditi già presi in esame dall’INPS per il pagamento provvisorio.

Nello specifico, stiamo parlando dei seguenti redditi:

  • redditi da Certificazioni Uniche 2022 emesse dall’Istituto; redditi da flussi UniEmens;
  • redditi derivanti da rapporti di collaborazione soggetti all’iscrizione in Gestione separata;
  • redditi dichiarati dai pensionati per l’anno 2021 noti all’Istituto ai fini delle verifiche del diritto e della misura delle prestazionicollegate al reddito in godimento;
  • assegni straordinari del credito, credito cooperativo e Poste italiane soggetti a tassazione separata (aventi categoria: 027, 028, 127, 128), è stato considerato l’importo lordo da assoggettare a tassazione separata derivante dai trattamenti stessi.

Bonus 200 euro da restituire: altri casi di rischio restituzione

Finora abbiamo parlato solo dei pensionati che potrebbero restituire il contributo una tantum. Tuttavia, questi non sono l’unica categoria che rischia il bonus 200 euro da restituire. In particolare, sempre secondo la circolare INPS menzionata nel paragrafo precedente, la restituzione bonus 200 euro avviene dopo che sia stata accertata la mancanza dei requisiti previsti, e cioè quando:
  • il soggetto per cui vale questa condizione risulti aver percepito nel 2021 un reddito superiore a 35.000 euro. Proprio per questa ragione, per chi deve presentare domanda all’INPS, nell’apposita area è disponibile una funzione dove i titolari di trattamento previdenziale e assistenziale consapevoli che i redditi dell’anno 2021 risulteranno superiori a 35.000 euro possono rinunciare alla prestazione, così da non rischiare che i soldi pagati vengano sottratti in un secondo momento;
  • viene dimostrata la carenza di altri requisiti specifici per ciascuna categoria;
  • il Reddito di Cittadinanza o l’indennità di disoccupazione che danno diritto all’indennità una tantum vengono revocati;
  • nel caso dei lavoratori privati: se emerge che il lavoratore dipendente ha ricevuto il bonus 200 euro due volte, da due datori di lavoro diversi o insieme ad altre prestazioni, poiché ha un doppio contratto o perché in possesso di altre prestazioni che danno diritto all’indennità.

Bonus 200 euro da restituire: come fare

Ora che abbiamo la conferma che il bonus 200 euro da restituire per alcuni pensionati dopo la presentazione del 730, ti starai chiedendo quali saranno le modalità di restituzione. Dunque, fatta eccezione per i lavoratori dipendenti, per restituire l’indennità nel caso di tutte le altre categorie destinatarie, l’INPS effettuerà una notifica di pagamento indebito ai soggetti interessati e poi definirà la modalità di restituzione, che può essere una di queste:
  • compensazione con crediti arretrati vantati nei confronti dell’Istituto;
  • trattenute su prestazioni quali pensioni o disoccupazione;
  • pagamento mediante rimesse in denaro. (TheWam)
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