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Si attende a breve una svolta nell’inchiesta sulla morte della piccola Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi trovata senza vita nella sua abitazione ad Acerra. L’ipotesi investigativa più concreta è che sia stata aggredita dal pitbull di famiglia, un animale di grossa taglia privo di microchip.

Autopsia e indagini: le cause del decesso

Ieri sera si è conclusa l’autopsia, disposta dai pm di Nola, che ha stabilito che la bambina è stata morsa dal cane. Il corpo di Giulia presentava ferite profonde al viso e al capo, oltre a numerosi lividi sul corpo. Secondo indiscrezioni investigative, la causa della morte sarebbe stata la rottura del collo provocata dal morso dell’animale.

I resti della piccola sono stati liberati e i funerali si terranno domani nel Duomo di Acerra.

Le dichiarazioni dei nonni: "Quel cane doveva andare via"

I nonni materni, Carmine e Ventura Castaldo, hanno espresso il loro dolore e la loro rabbia per la tragedia, sostenendo di aver più volte chiesto al genero, Vincenzo Loffredo, di allontanare il cane.

"Ho sempre detto a mio genero che quel cane doveva andare via dalla casa, ma non mi ha mai ascoltato", ha dichiarato Carmine Castaldo.

"Sappiamo ogni cosa di quello che è successo. Sabato notte Vincenzo si è addormentato accanto alla nostra nipotina quando all’improvviso il cane l’ha afferrata e trascinata a terra in totale silenzio. Quando nostro genero si è svegliato, ha trovato la bambina sul pavimento, avvolta nel sangue. Il medico legale ci ha detto che il cane le aveva spezzato il collo appena l’ha afferrata", ha aggiunto la nonna Ventura.

I dubbi sull’attacco e l’indagine in corso

Il padre di Giulia, Vincenzo Loffredo, barista di 25 anni, è al momento indagato per omicidio colposo. Nei momenti dell’attacco, l’uomo ha dichiarato di essere piombato in un sonno profondo. Tuttavia, gli esami tossicologici effettuati subito dopo la tragedia hanno rilevato che Loffredo era positivo ai cannabinoidi.

Gli investigatori stanno inoltre analizzando video di telecamere di sorveglianza della zona per chiarire la dinamica dell’accaduto.

Analisi sui cani e le perplessità degli inquirenti

Nel piccolo appartamento popolare in cui si è consumata la tragedia vivevano due cani: il pitbull Tyson, di grossa taglia, e un meticcio di piccola taglia, che sembra essere estraneo all’aggressione.

Gli esami sulle mandibole degli animali sono ancora in corso, e dalle prime analisi non sarebbero state trovate tracce di sangue tra i denti del pitbull. Gli esperti spiegano che il cane potrebbe aver bevuto dell’acqua dopo l’attacco, eliminando così ogni residuo organico dalla bocca.

Intanto, entrambi gli animali sono stati sequestrati e si trovano attualmente in un canile sotto la supervisione dei veterinari dell’Asl Napoli 2.

La lite tra i genitori e le responsabilità della tragedia

Dopo il dramma, in ospedale è scoppiata una lite furibonda tra i genitori della piccola Giulia. La madre, Angela Castaldo, cameriera di 23 anni, avrebbe accusato il compagno di essere responsabile della tragedia a causa della sua passione per i pitbull.

La donna, che al momento dell’attacco era al lavoro in pizzeria, ha dichiarato:

"Se solo fossi rientrata mezz'ora prima, mia figlia si sarebbe salvata."

Precedenti episodi di aggressività del pitbull

Secondo quanto riportato dai residenti del quartiere, il cane Tyson aveva già mostrato segni di aggressività in passato. Durante l’estate, l’animale era fuggito dal cortile del palazzo e aveva azzannato a morte un cagnolino che si trovava al guinzaglio di una dogsitter.

"I veterinari dell’Asl non si mossero nonostante la denuncia della proprietaria del cane ucciso", ha accusato Carmine Castaldo. Tuttavia, l’Asl ha replicato dichiarando che non era stata ricevuta alcuna denuncia ufficiale per l’episodio.

Un'intera comunità sotto choc

La tragedia di Giulia Loffredo ha scosso profondamente la comunità di Acerra. La famiglia, devastata dal dolore, chiede rispetto per il lutto, mentre l’inchiesta prosegue per accertare eventuali responsabilità e stabilire se la tragedia poteva essere evitata.

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