L'Onu ha dichiarato ufficialmente, nella giornata di ieri, il rapimento da parte delle forze armate etiopi di oltre 500 giovani, di sesso femminile e maschile.
Il misfatto è avvenuto nello stato regionale del Tigrè, dove è attualmente in corso un conflitto civile da oltre sei mesi.
I giovani sono detenuti ora in campi militari, specifica l'Onu. Le parole dell'Onu citate via Twitter dall'emittente emiratina Al Arabiya (La Stampa).
La zona, fortemente instabile per svariate ragioni, è da tempo nelle preoccupazioni dell’Onu: ''C'e' un serio rischio di carestia entro due mesi se gli aiuti non verrano incrementati''.
Etiopia a rischio carestia
Questo è quanto segnalato dal vicesegretario generale dell'Onu agli gli aiuti umanitari, Mark Lowcock, in un documento inviato al Consiglio di sicurezza.
''Misure concrete sono urgentemente necessarie per spezzare il circolo vizioso di conflitto, violenza e insicurezza alimentare'', si legge nella nota di Lowcock.
Inoltre, il vicesegretario generale ha sollecitato il Consiglio di sicurezza, compresi tutti i Paesi membri delle Nazioni unite ''a compiere ogni possibile passo perchè la carestia sia scongiurata''
Intanto, nella regione stanno continuando in modo atroce, senza tregua, i combattimenti dopo l'offensiva lanciata due mesi fa dal premier etiope Abiy Ahmed.
La situazione, secondo le ipotesi di Lowcock, oggi, è in grado di compromettere la possibilità di nutrirsi per il 20% degli abitanti del Tigrè (La Stampa).
Anche Joe Biden ieri ha voluto far sentire sentire la sua voce: ''Sono profondamente preoccupato per l'escalation di violenza e le divisioni etniche in molte parti dell'Etiopia. Gli abusi dei diritti umani che si stanno verificando nel Tigrè, inclusa la violenza sessuale, sono inaccettabili e devono finire''.
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