Nicola Sicignano, morto stritolato in fabbrica: «Il macchinario non si è mai fermato»
Tre persone indagate, mentre nasce a Napoli un osservatorio sulla sicurezza

Nicola Sicignano, un operaio di 51 anni, è morto tragicamente presso la SB Ecology di Sant’Antonio Abate, nella provincia di Napoli. La sua morte è avvenuta mentre stava lavorando da solo in un'area della fabbrica, quando il suo braccio è rimasto incastrato nel nastro trasportatore. Il macchinario, invece di fermarsi, ha continuato a funzionare, stritolando la vittima. Il tragico incidente è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza, un video ora nelle mani della Procura di Torre Annunziata, che sta indagando per omicidio colposo. Tre persone sono state indagate, tra cui i vertici dell’azienda, e le indagini si concentrano su possibili manomissioni del macchinario e la sua conformità alle normative di sicurezza.
Le indagini e le ipotesi
Gli inquirenti stanno cercando di capire se l’impianto fosse sicuro o se ci fossero anomalie. In particolare, si indaga su eventuali manomissioni al macchinario, sul rispetto delle normative antinfortunistiche e sulla presenza di dispositivi di sicurezza. Nicola Sicignano era stato assunto da soli sei mesi e si sta cercando di capire se stesse svolgendo mansioni compatibili con la sua posizione lavorativa al momento dell’incidente. La sua morte, la quinta vittima sul lavoro in Campania nel 2025, ha riacceso il dibattito pubblico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
La politica si mobilita
L'incidente ha suscitato una forte reazione anche a livello politico. Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, ha sottolineato che molte di queste tragedie potrebbero essere evitate con controlli più efficaci e ha ribadito la necessità di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Inoltre, la presidente del consiglio comunale di Napoli, Enza Amato, ha annunciato la nascita di un osservatorio permanente, “Napoli Città Sicura”, che coinvolgerà istituzioni, sindacati e ordini professionali per monitorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Nonostante le buone intenzioni, rimane da vedere se questa iniziativa avrà potere reale per prevenire futuri incidenti.
La ricerca di giustizia
Nel frattempo, la famiglia di Nicola Sicignano cerca giustizia e la comunità di Gragnano, sua città di origine, piange la sua tragica morte. L’attesa per l’autopsia e per l’esito delle indagini continua, mentre il caso solleva interrogativi urgenti su chi avrebbe dovuto vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza e se si poteva fare di più per evitare un'altra tragedia sul lavoro.