Saviano e Capacchione, sentenza nuovamente rinviata per le minacce ricevute
La richiesta di giustizia per le minacce ai due giornalisti in aula alla Corte d'Appello di Roma, sentenza nuovamente rinviata
“Voglio rinascere colpevole, così avrò giustizia.” Queste le parole di Rosaria Capacchione, giornalista e testimone di giustizia, ha pronunciato mentre era al telefono con Roberto Saviano, come lui stesso rivela sui social. Capacchione e Saviano sono stati minacciati durante il processo di appello Spartacus a Napoli contro i boss dei Casalesi nel 2008, e ora si attende una decisione sul destino dei colpevoli.
Le richieste del procuratore generale
Durante l'udienza, il procuratore generale ha richiesto la conferma delle condanne a 1 anno e mezzo di carcere per Francesco Bidognetti, capoclan, e a 1 anno e due mesi per l'avvocato Michele Santonastaso. Queste condanne riguardano le minacce rivolte a Capacchione e Saviano, che hanno avuto un impatto significativo sulla loro vita e professione.
Rinvio dell'udienza
La sentenza era attesa per il 23 settembre, ma la nona udienza del processo, iniziato nel 2008, si è conclusa con un nuovo rinvio: la prossima udienza è fissata per il 18 novembre alle ore 15:00. La decisione di rinviare l’udienza è stata presa in attesa della pronuncia della Cassazione, prevista per il 23 ottobre, sulla competenza in un giudizio parallelo, che vede gli ex magistrati Raffaele Cantone e Cafiero De Raho come parti civili costituite.
Il rinvio dell’udienza continua a sottolineare le complessità e le sfide del processo legato alla criminalità organizzata. Rosaria Capacchione e Roberto Saviano, simboli della lotta contro il malaffare, attendono con trepidazione la decisione della Cassazione, sperando che giustizia possa finalmente essere fatta per le minacce subite. La loro determinazione nel perseguire la verità continua a ispirare molti nella lotta contro la mafia.