SCUOLA. Sono 366.310 le classi per l’anno scolastico 2022/2023, il primo dopo tre anni che vedrà alunni e docenti senza mascherine (tranne i fragili) e in presenza, senza che sia prevista la Dad in caso di positività. Oggi rientrano in aula i ragazzi e le ragazze di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Veneto e Lombardia. Il ministro Bianchi ha detto che “non mancano docenti”, ma i sindacati non sono d’accordo e segnalano l’assenza anche di 15mila amministrativi e circa 500 dirigenti
Sono
oltre 7 milioni (per la precisione 7.286.151) le studentesse e gli studenti che tornano sui banchi delle scuole statali
nell'anno scolastico 2022/2023, per un totale di
366.310 classi. Oggi è il primo giorno per i ragazzi e le ragazze di
Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Veneto e Lombardia. Domani, 13 settembre, toccherà rientrare tra i banchi ai ragazzi campani
Il 14 settembre
Tornano in aula gli studenti di Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. Il 15 settembre seguiranno gli studenti di Lazio, Emilia Romagna e Toscana.Ultimi a rientrare in classe quelli di Sicilia e Valle d'Aosta, il 19 settembre. Hanno già iniziato le lezioni solo in Alto Adige, il 5 settembre scorso
Quest'anno frequenteranno la
scuola dell'infanzia 821.970 bambine e bambini, gli alunni della
primaria saranno
2.260.929, quelli della
secondaria di primo grado saranno
1.557.403,
2.645.849 ragazze e ragazzi andranno alla
secondaria di secondo grado. Il
51,1% di questi ultimi frequenterà un indirizzo
liceale, il
31,8% un Istituto
tecnico, il
17,1% un
Professionale
Per quanto riguarda il personale scolastico
In base agli ultimi
dati disponibili, che sono in aggiornamento, le operazioni di immissione in ruolo effettuate ad agosto hanno consentito l'assunzione di
50.415 docenti, 9.021 ATA (personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) e
317 dirigenti scolastici. “Allo stato attuale cominceremo un anno scolastico in cui
non mancano i docenti”, ha detto il ministro dell'Istruzione
Patrizio Bianchi
“A tutta la scuola italiana - ha detto il
ministro Bianchi - va il mio ringraziamento per il grande impegno profuso in questi
due anni difficili, che sarà alla base di questo nuovo anno scolastico e di quel ritorno a una
normalità per cui abbiamo lavorato e che consentirà, finalmente, di tornare a guardarci in viso, di sederci più
vicini, di riprendere
attività e abitudini che avevamo dovuto mettere da parte”
I sindacati
Tuttavia i
sindacati non sono dello stesso avviso del ministro: secondo le sigle
mancano circa 200mila docenti e 15mila amministrativi, e non sono stati nominati circa
500 dirigenti previsti dall'organico. I sindacati lamentano anche la non prevista presenza, in quest'anno scolastico, del cosiddetto
organico Covid, che è stato prima di
80mila persone tra docenti e Ata, poi, l'anno scorso, di
40mila
Quest'anno, per la prima volta, si torna a scuola
senza mascherine - tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio - senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e
non è prevista la didattica a distanza: se un alunno si ammalerà di Covid, rimarrà a casa come quando si prende l’influenza e non potrà seguire le lezioni dalla sua camera
Le novità a scuola
Altra novità di questo anno scolastico è che è il primo in cui
l'educazione motoria verrà insegnata nelle classi
quinte della scuola primaria da
docenti specialisti della materia; per le classi quarte la novità decorrerà dall'anno scolastico 2023/2024.
Per le classi quinte, le ore di
educazione motoria sono da considerarsi sostitutive delle ore di educazione fisica finora stabilite da ciascuna istituzione scolastica e affidate ai docenti di posto comune. "Pertanto - spiega il Miur in una nota - i docenti di posto comune delle classi quinte non progettano più ne realizzano attività connesse all'educazione fisica. Le ore precedentemente utilizzate per questo insegnamento vengono attribuite ad altre discipline del curricolo obbligatorio"
Sull’anno scolastico incombe anche il tema del
caro energia, ma il ministro Bianchi, i sindacati e i partiti su questo sono concordi: il peso non dovrà ricadere sulle scuole. E dunque
no a settimane corte (con la Dad a compensare le ore che non si fanno a scuola), a meno che non intervengano altre necessità per le quali le scuole decidano autonomamente di adottarle. (Skytg24)
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