Autonomia differenziata, De Luca: “La Corte Costituzionale smantella la legge Calderoli”
La Consulta accoglie il ricorso della Campania, dichiarando illegittime diverse disposizioni. Fico: “Il Parlamento deve riappropriarsi del suo ruolo”
La recente sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Calderoli, relativa all’autonomia differenziata delle Regioni, ha segnato una tappa fondamentale nel dibattito sull’assetto amministrativo dello Stato italiano. La Consulta ha infatti dichiarato illegittime diverse disposizioni chiave del testo legislativo, accogliendo in larga misura le obiezioni presentate dalla Regione Campania, guidata dal presidente Vincenzo De Luca. Con soddisfazione, De Luca ha dichiarato che la sentenza “difende l’unità del Paese” e smantella l’impianto della legge Calderoli, offrendo nuovi spunti per una riforma che possa garantire equilibrio, solidarietà tra Regioni e tutela dei diritti dei cittadini.
La posizione di De Luca: “Una sentenza che riscrive la legge Calderoli”
Il presidente campano ha espresso apprezzamento per la decisione della Consulta, sottolineando come la sentenza accolga gran parte delle censure promosse dalla sua Regione. In particolare, ha evidenziato come la pronuncia della Corte chiarisca che l’autonomia differenziata debba limitarsi a funzioni legislative o amministrative specifiche, trasferite solo a Regioni che ne facciano richiesta e con obiettivi mirati. La legge Calderoli, diversamente, aveva previsto trasferimenti generalizzati, una previsione ora bocciata dalla Corte.
Un altro punto sollevato riguarda i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni): secondo De Luca, la legge Calderoli concedeva una “delega in bianco” per la definizione dei LEP, senza stabilire criteri specifici. La sentenza richiede invece che ogni delega sia corredata da criteri chiari, evitando affidamenti discrezionali o indefiniti.
LEP e finanziamento delle funzioni trasferite: la tutela dei diritti fondamentali
Un ulteriore aspetto accolto riguarda il meccanismo di finanziamento delle funzioni trasferite. La Regione Campania aveva contestato l’assenza di un meccanismo di correzione per l’adeguamento delle risorse assegnate, qualora queste fossero superiori al necessario. Ora, la Corte afferma che il finanziamento delle funzioni deve rispettare non solo i fabbisogni standard, ma anche l’equilibrio di bilancio, mantenendo intatti i principi di solidarietà e uguaglianza. Anche la clausola di invarianza finanziaria, spesso invocata per giustificare trasferimenti indiscriminati, è stata rivista: la Consulta specifica che tutte le valutazioni finanziarie devono essere aggiornate e trasparenti.
La centralità del Parlamento: il ruolo delle Camere e il monito della Corte
Tra le critiche alla legge Calderoli, uno dei punti più significativi riguarda la riduzione dei poteri del Parlamento nel processo di trasferimento di competenze alle Regioni. La legge delegava l’aggiornamento dei LEP a un decreto del Presidente del Consiglio, bypassando il Parlamento. Con la nuova sentenza, la Consulta chiarisce che sarà il Parlamento a ratificare o modificare i contenuti dell’Intesa, evitando che venga relegato a un ruolo puramente formale.
Il commento di Roberto Fico: “La Repubblica è una e indivisibile”
Anche Roberto Fico, ex presidente della Camera, ha espresso la sua opinione sulla sentenza, definendola un segnale fondamentale per il rispetto dell’unità della Repubblica. Fico ha criticato il governo per aver tentato di gestire i LEP basandosi sulla spesa storica, una pratica che, a suo avviso, avrebbe rafforzato le diseguaglianze territoriali. “La nostra Repubblica è una e indivisibile”, ha affermato Fico, ribadendo che i LEP devono essere calcolati secondo criteri di equità, escludendo blitz legislativi che possano violare il principio di solidarietà.
Un punto di svolta per il futuro dell’autonomia differenziata
La sentenza della Corte Costituzionale segna un punto di svolta nel percorso verso l’autonomia differenziata delle Regioni, imponendo limiti chiari e ribadendo i valori fondanti della Repubblica italiana. La questione ora torna nelle mani del Parlamento, che sarà chiamato a colmare le lacune della legge Calderoli e a ridefinire un sistema di autonomia che non vada a discapito dell’unità e della coesione nazionale.