polizia Ponticelli
Napoli agguato a Ponticelli

Nonostante il recente blitz delle forze dell'ordine che ha portato all'arresto di 60 affiliati ai clan camorristici di Napoli Est, la situazione nella periferia napoletana continua a essere estremamente tesa. 

Nelle ultime ore, infatti, Ponticelli è stata teatro di un nuovo episodio di violenza. Un commando armato ha aperto il fuoco su Salvatore Bossis, 31 anni, cugino del defunto ras Alessio Bossis, ucciso in precedenza nell'ambito della faida che scuote la zona.

L'agguato è avvenuto in via Argine, una delle principali arterie del quartiere. Bossis è stato colpito alle gambe da una raffica di colpi ed è stato subito trasportato d'urgenza all'ospedale Villa Betania

Fortunatamente, le sue condizioni non sono considerate gravi, ma l’episodio dimostra come la faida tra clan rivali nella zona orientale di Napoli non accenni a fermarsi, nonostante le recenti operazioni delle forze dell'ordine.

Indagini in corso: la polizia a caccia dei responsabili

L'indagine sull'agguato è stata affidata alla polizia di Stato, che sta cercando di ricostruire con precisione la dinamica dell'attacco e individuare i colpevoli. L’aggressione a Bossis potrebbe essere legata ai continui scontri tra i clan camorristici che operano nella zona di Ponticelli e che da anni si contendono il controllo del territorio attraverso una lunga scia di omicidi e raid armati.

Le autorità stanno verificando se l'agguato a Bossis sia una vendetta legata alla morte del cugino Alessio o se faccia parte di una strategia più ampia per consolidare il potere di uno dei clan in lotta.

Violenza in crescita: un nuovo raid due giorni prima

L’agguato a Salvatore Bossis è solo l’ultimo di una serie di episodi violenti che hanno scosso Ponticelli negli ultimi giorni. Due giorni prima, infatti, un altro raid aveva visto protagonista il genero di un boss di Barra, A.C., colpito da un agguato simile. L'uomo era stato trasportato in condizioni critiche all'ospedale del Mare, dove è stato ricoverato in codice rosso. Fortunatamente, anche le sue condizioni sembrano essere in via di miglioramento.

Questo clima di violenza diffusa conferma come la malavita organizzata continui a esercitare il suo potere e come i recenti arresti non abbiano ancora scalfito il controllo dei clan sul territorio.

Blitz anti-camorra: i dettagli delle operazioni e il ruolo dei clan

L’operazione delle forze dell'ordine, che ha portato all’arresto di 60 persone, è il risultato di un’indagine durata circa tre anni, tra il 2021 e il 2022. L'inchiesta ha fatto emergere l'operatività di un complesso sodalizio camorristico radicato nell’area orientale di Napoli, con ramificazioni anche in diversi comuni della provincia. Le famiglie De Micco, conosciute con il soprannome "Bodo", e i De Martino sono state identificate come braccio del più noto clan Mazzarella.

Le indagini hanno inoltre messo in luce il feroce conflitto tra il clan D’Amico – Fraulella e il clan De Micco – Bodo, una faida che ha provocato numerosi omicidi e regolamenti di conti. A Ponticelli, nel corso degli anni, ha assunto una posizione di rilievo il clan De Luca/Bossa, che opera in sinergia con le famiglie Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, tutte parte della potente Alleanza di Secondigliano.

Faida tra clan: un problema radicato a Napoli Est

La faida tra clan camorristici a Napoli Est sembra destinata a proseguire, nonostante i numerosi sforzi delle forze dell'ordine per contrastare la criminalità organizzata. La continua escalation di violenza, culminata negli agguati delle ultime ore, rappresenta un segnale chiaro del potere che queste organizzazioni continuano a esercitare sul territorio.

Le famiglie criminali che dominano Ponticelli e i quartieri limitrofi, sostenute dalla potente Alleanza di Secondigliano, dimostrano una straordinaria capacità di resistenza, riuscendo a mantenere il controllo nonostante i colpi inferti dalle operazioni di polizia.

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