Biden, Putin e Trump
Biden, Putin e Trump

Nel suo ultimo libro, "War", il celebre giornalista investigativo Bob Woodward rivela dettagli inquietanti sui momenti più critici della guerra in Ucraina. 

Secondo l’autore, l'intelligence statunitense aveva informato la Casa Bianca, nel settembre 2022, che Vladimir Putin stava seriamente valutando l'uso di armi nucleari tattiche per evitare una sconfitta militare sul campo. In quel periodo, l’agenzia di intelligence aveva aumentato la stima della probabilità di un attacco nucleare dal 5-10% al 50%, segnando un allarme mai visto prima.

Il piano nucleare sarebbe stato considerato in caso di un’accelerazione ucraina, che avrebbe portato all'accerchiamento di 30.000 soldati russi nella strategica città di Kherson. In risposta, il presidente Joe Biden si mosse immediatamente, incaricando il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan di contattare il Cremlino e trasmettere un messaggio chiaro: se la Russia avesse usato armi nucleari, ci sarebbero state "conseguenze catastrofiche".

Le telefonate segrete tra Trump e Putin

Woodward rivela anche dettagli sorprendenti riguardo l'ex presidente Donald Trump, che avrebbe mantenuto contatti con Putin anche dopo la fine del suo mandato. Secondo il libro, Trump avrebbe addirittura inviato kit per i test Covid alla Russia e proseguito una serie di telefonate con il leader russo. Sebbene il Cremlino abbia negato tali contatti, ha però confermato la ricezione dei kit medici. Questi colloqui, insieme al pericolo crescente di un conflitto nucleare, hanno reso ancora più tesi i rapporti internazionali.

Biden e l’avvertimento a Putin

Con l’aumentare della tensione, Biden intervenne direttamente. Non solo attraverso intermediari come Jake Sullivan, ma con un messaggio personale rivolto a Putin, mettendolo in guardia sulle conseguenze di un eventuale uso delle armi nucleari. Questo intervento, secondo le fonti di Woodward, fu essenziale per evitare che la situazione precipitasse.

Anche altri leader mondiali furono coinvolti. Il presidente cinese Xi Jinping fu contattato da Biden, e la Cina, uno dei principali alleati economici della Russia, avvisò Putin dei pericoli globali che un attacco nucleare avrebbe scatenato. L’intervento di Xi potrebbe essere stato un ulteriore fattore di dissuasione per il Cremlino.

Le tensioni tra i leader militari: la telefonata tra Austin e Shoigu

Un altro episodio chiave riportato nel libro riguarda una telefonata tra il segretario della Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin e il suo omologo russo Sergei Shoigu, avvenuta nell'ottobre 2022. Austin, preoccupato dai rapporti sull'eventuale uso di armi nucleari tattiche da parte della Russia, fu diretto e inequivocabile. «Qualsiasi uso di armi nucleari sarà visto come un evento che cambia il mondo», disse Austin, sottolineando che non esiste una scala d’uso delle armi nucleari che gli Stati Uniti o il mondo possano ignorare.

Shoigu, pur ascoltando attentamente, rispose freddamente, affermando di «non accettare minacce». La replica di Austin fu altrettanto diretta: «Non faccio minacce, sono il leader dell'esercito più potente della storia del mondo».

La posizione della Russia: il rischio nucleare e le critiche all'Occidente

Mentre gli Stati Uniti cercavano di gestire la crisi, la Russia, tramite la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova, continuava a lanciare moniti all’Occidente, accusandolo di alimentare una situazione pericolosa. Zakharova dichiarò che il rischio di una guerra nucleare era seriamente aumentato a causa delle «politiche distruttive dell'Occidente», in particolare degli Stati Uniti e della NATO. «Le conseguenze catastrofiche della linea provocatoria occidentale», avvertì, «non devono essere sottovalutate».

Le critiche di Biden alla gestione Obama del 2014

Un altro aspetto rilevante delle rivelazioni di Woodward riguarda le critiche di Joe Biden alla gestione della crisi ucraina da parte dell’amministrazione Obama nel 2014, quando la Russia annesse la Crimea e sostenne i separatisti nel Donbass. Secondo Woodward, Biden, all’epoca vice presidente, avrebbe confidato a un amico che la risposta di Obama fu insufficiente e che «non presero Putin seriamente». Questa mancanza di azione avrebbe permesso al leader russo di rafforzare la sua presenza in Ucraina, gettando le basi per il conflitto odierno.

Le rivelazioni di Bob Woodward mostrano un quadro inquietante delle tensioni internazionali durante il conflitto in Ucraina. La possibilità di un conflitto nucleare è stata più vicina di quanto si pensasse, e il ruolo dei leader mondiali, da Biden a Putin, passando per Xi Jinping e Trump, è stato decisivo per evitare una catastrofe globale.

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