Elena, la sorella di Giulia Cecchettin ha commemorato la sua memoria, tragicamente uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, pubblicando una toccante foto in bianco e nero sui social media.

Nell'immagine, Giulia è ritratta abbracciata alla madre, Monica Camerotto, scomparsa un anno fa a causa di una malattia. Elena ha condiviso la foto insieme a un messaggio potente: "Abbracciatevi anche per me."

In un'intervista a Dritto e Rovescio, Elena Cecchettin ha voluto condividere un messaggio più ampio, esortando le persone a essere ostili nei confronti di comportamenti che possono sembrare banali ma che sono precursori di femminicidi. Ha sottolineato che Filippo Turetta non era un "mostro" isolato, ma un prodotto di una società patriarcale intrisa della cultura dello stupro.

Elena ha parlato della necessità di affrontare il femminicidio come un crimine di potere e ha criticato lo Stato per non proteggere adeguatamente le donne. Ha sottolineato l'importanza dell'educazione sessuale e affettiva nelle scuole per prevenire tali tragedie, oltre a richiedere maggiori finanziamenti per i centri antiviolenza. Nel concludere il suo discorso, Elena ha esortato a non osservare un minuto di silenzio per Giulia, ma piuttosto a "bruciare tutto" in suo onore.

Il discorso di Elena, la sorella di Giulia Cecchettin 

«Vorrei lasciare un messaggio e spero possa essere udito da più persone - ha spiegato Elena Cecchettin durante un'intervista rilasciata a Dritto e Rovescio -. Hanno additato Turetta come un mostro, ma lui non è un mostro. Il mostro è un'eccezione. Lui è un figlio della società partiarcale che è pregna della cultura dello stupro. Siate ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità ma sono preludio di femminicidio. Il femminicidio non è un delitto passionale, il femminicidio è un delitto di potere».

 
 
 
 
 
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La sorella fi Giulia ha aggiunto: «Il femminicidio è un delitto di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere l’educazione sessuale e l’educazione affettiva in modo tale da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto possano essere in grado di farlo. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

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