Chiara Petrolini fa scena muta nell'interrogatorio, la famiglia: «Rispettate il nostro dolore»
La giovane di Parma, accusata di infanticidio, ha scelto di non rispondere alle domande del Gip
Chiara Petrolini, la 22enne di Parma, si è presentata davanti al Gip Luca Agostini per l'interrogatorio di garanzia il 26 settembre, ma ha scelto di non rispondere. La giovane è accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, accuse che potrebbero condurla alla condanna all’ergastolo.
L'indagine è iniziata il 9 agosto, quando nel giardino della sua abitazione è stato rinvenuto il cadavere di un neonato, morto poco dopo il parto, avvenuto due giorni prima. Le analisi successive hanno confermato che il bambino era suo figlio.
Ma il caso ha preso una piega ancora più tragica con la scoperta di resti ossei di un altro neonato, sempre nel giardino di casa, risalenti a maggio 2023. Anche questo bambino è risultato essere figlio di Chiara.
Dal 20 settembre, la giovane si trova agli arresti domiciliari mentre il caso continua a essere al centro dell'attenzione mediatica e delle indagini della Procura di Parma.
L'arrivo in Tribunale: l'ingresso secondario per sfuggire ai media
L'interesse dei media verso questo drammatico caso è enorme. Il giorno dell’interrogatorio, numerosi giornalisti e fotografi erano presenti fuori dal Tribunale di Parma, sperando di catturare immagini e dichiarazioni della giovane accusata. Tuttavia, Chiara Petrolini ha cercato di evitare le telecamere e i flash.
È arrivata in auto, accompagnata dal suo avvocato Nicola Tria, passando da un ingresso secondario del tribunale. Indossava una camicia bianca, jeans, una giacca e sneakers bianche, ma ha fatto di tutto per non farsi riconoscere, coprendosi il viso con dei fogli di carta per evitare l’esposizione mediatica.
La decisione di Chiara di mantenere il silenzio durante l'interrogatorio fa parte di una precisa strategia difensiva. Nonostante le gravi accuse, il suo avvocato non ha escluso la possibilità che in futuro la giovane possa collaborare con gli inquirenti.
La richiesta della famiglia: “Rispettate il nostro dolore”
All'uscita dal tribunale, l'avvocato Nicola Tria ha rilasciato una breve dichiarazione, chiedendo ai media e al pubblico di rispettare il dolore della famiglia. "La famiglia di Chiara sta vivendo un dramma senza precedenti", ha detto Tria. "Chiediamo il rispetto della privacy di tutti i suoi componenti e il rispetto del legittimo silenzio che la famiglia ha scelto di mantenere. Si tratta di una vicenda tragica da ogni punto di vista e particolarmente complessa".
L'avvocato ha inoltre ribadito che Chiara ha già parlato due volte con gli inquirenti, ma non ha escluso che possa farlo nuovamente. "Non parteciperò a processi paralleli sui media, le responsabilità devono essere accertate esclusivamente in tribunale", ha sottolineato Tria, rimarcando l'importanza di lasciare che la giustizia segua il suo corso lontano dalle speculazioni mediatiche.
Un caso che scuote Parma e l'Italia intera
Il caso di Chiara Petrolini ha suscitato un’enorme eco mediatica, non solo a Parma, ma in tutta Italia. La giovane, descritta come una persona riservata, avrebbe nascosto le sue due gravidanze alla famiglia e agli amici, rendendo ancora più incomprensibile la tragedia che si è consumata.
Le indagini sono ancora in corso, e si cercherà di chiarire non solo le dinamiche degli infanticidi, ma anche il contesto psicologico e familiare in cui la ragazza ha vissuto. Nel frattempo, il silenzio di Chiara davanti al giudice rappresenta una scelta strategica della difesa, mentre la famiglia chiede semplicemente di poter vivere il proprio dolore lontano dai riflettori.
Il caso di Chiara Petrolini è uno dei più complessi e tragici degli ultimi anni. Con accuse gravissime di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, l'attenzione mediatica è massima. Tuttavia, sia l'avvocato difensore che la famiglia della giovane hanno richiesto il rispetto della loro riservatezza in un momento così doloroso. Resta da vedere come si evolverà il caso nei prossimi mesi, ma una cosa è certa: le risposte definitive si troveranno solo in tribunale.