Stretta al reddito di cittadinanza nella manovra prevista dal governo. L’aiuto resterà per i poveri, magari avviando una lotta ai furbetti del reddito. Per il resto, non sarà a vita e l’idea è di toglierlo agli occupabili con una fase transitoria di otto mesi.

Ci dovrebbe essere infatti un anno di “cuscinetto” per inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro, accompagnati da appositi corsi di formazione, considerati obbligatori.

REDDITO DI CITTADINANZA, STOP NEL 2024, PRIMA CUSCINETTO DI 8 MESI NEL 2023

Sarebbe questa (anche se si attende ancora la comunicazione ufficiale del Consiglio dei Ministri) la soluzione individuata dal governo come uscita soft dal reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili. L’idea della cancellazione immediata del beneficio già dall’1 gennaio, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, sarebbe stata accantonata, sposando invece la soluzione ponte proposta dalla ministra del Lavoro Calderone.

“C’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi”, parla così il sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari. 

Dal 2024 rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare”.

COSA SUCCEDE SE SI RIFIUTA IL LAVORO

Oggi si possono rifiutare fino a due offerte congrue di lavoro senza perdere la card del reddito. L’idea prevalente nel governo è quella di disattivare la tessera in futuro dopo il primo rifiuto. All’inizio erano possibili tre rifiuti prima di perdere il beneficio, poi il governo Draghi ha ridotto a due le possibilità di diniego di un’offerta di lavoro.

Tuttavia il reddito di cittadinanza continua ad essere un flop sul fronte degli inserimenti nel mondo del lavoro: meno di un percettore occupabile su cinque lavora.

QUANTE SONO LE FAMIGLIE COINVOLTE NELLA MODIFICA DELLA MISURA?

Sono 404mila i nuclei familiari interessati dalle nuove regole sul Reddito di cittadinanza introdotte dalla manovra di bilancio. Secondo quanto calcolato nella Relazione tecnica alla misura, i dati Inps indicano in 1,039 milioni il numero medio annuo dei nuclei beneficiari: di questi i nuclei interessati sarebbero appunto oltre 400mila, mentre 635mila non sarebbero toccati.

Le novità stabiliscono che nel 2023 i percettori occupabili tra 18 e 59 anni percepiscano il sostegno per massimo 8 mensilità. Restano esclusi i nuclei con la presenza di minori, di anziani sopra i 60 anni e di disabili.

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