Ucciso a Pomigliano, i fermati: "Noi provocati"
Clochard ucciso a Pomigliano d'Arco, i due minorenni trasferiti nel carcere di Nisida. La loro versione: "Ci ha provocato e abbiamo reagito". Ma il gip non crede alla loro versione
Il gip del Tribunale dei Minorenni di Napoli non ha accettato la versione dei fatti secondo cui i due sedicenni accusati dell'omicidio di Frederick Akwasi Adofo non avevano intenzione di ucciderlo e sono stati provocati.
Frederick è il clochard di 43 anni, originario del Ghana, brutalmente picchiato a Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli. Il fermo dei ragazzi è stato convalidato: i due adesso si trovano nel carcere minorile di Nisida. Sono accusati di omicidio volontario e aggravato.
Le indagini condotte dai carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano hanno rivelato ulteriori dettagli. Dai video acquisiti si è appreso che prima dell'aggressione mortale, i due ragazzi avrebbero avuto un gesto amichevole nei confronti del ghanese, dandosi il cinque.
Quindi, inizialmente sembrava che avessero un atteggiamento cordiale che non faceva presagire l'escalation di violenza successiva. Tuttavia, secondo gli inquirenti, la ricostruzione difensiva dei legali Edoardo Izzo e Umberto De Filippo, che affermavano che il clochard avesse cercato di picchiarli, non ha convinto.
Clochard ucciso a Pomigliano d'Arco, i due minori trasferiti a Nisida
Oltre alla convalida del fermo, il giudice ha disposto il trasferimento dei due sedicenni nel carcere minorile di Nisida, il che ha sorpreso la difesa che sperava in un'alternativa di detenzione in un centro di accoglienza. Gli avvocati stanno valutando la possibilità di presentare un appello per riesaminare la decisione.
Hanno anche menzionato di aver acquisito un video in cui si vede chiaramente i due giovani dare il cinque, affermando che sarà fondamentale per ottenere una visione più chiara degli eventi, poiché finora avevano solo alcuni fotogrammi a disposizione.
I legali continueranno le indagini per verificare questa nuova versione dei fatti. Tuttavia hanno ribadito che i due sedicenni non avevano alcuna intenzione di causare un esito così tragico.