Un lenzuolo bianco di camici lasciati da decine giovani medici campani
Davanti alla sede del consiglio regionale: un gesto simbolico, preceduto da una breve assemblea e da un minuto di silenzio per le vittime di Covid, ha visto protagonisti stamattina una delegazione di
neolaureati in medicinache hanno manifestato contro l’imbuto formativo, ovvero la carenza di borse di studio per specializzandi.
«Insieme ad altre sigle, che sono scese in 20 piazze italiane, chiediamo il superamento della difficoltà e in alcuni casi l'impossibilità per alcuni di noi di formarsi in un percorso specialistico – ha spiegato
Luca Scognamiglio, referente napoletano del Segretariato italiano giovani medici - Al prossimo concorso previsto a settembre ci saranno circa 25mila concorrenti per poco meno di 10mila contratti di formazione specialistica. Questo porterà circa 15mila medici a rimanere esclusi e a lavorare almeno un anno in un regime di totale precariato».
Durante l'Emergenza
Un bacino, quello dei giovani medici, fondamentale durante l’emergenza: molti di loro infatti non si sono tirati indietro e hanno deciso di scendere in campo per dare un supporto ai colleghi più anziani nella rete di medicina territoriale e nelle unità speciali di continuità assistenziali.
«Alcuni, come me, si occupano della terapia domiciliare dei pazienti Covid. La nostra attività è quella di monitorare questi pazienti al proprio domicilio in collaborazione con il medico di base con cui comunichiamo costantemente – ha raccontato
Francesco Smarrazzo, medico neolaureato impegnato nella lotta al virus nel salernitano - i medici anziani sono comunque più a rischio rispetto ai giovani e la prestanza di cui c'è bisogno con le tute e il caldo che arriverà sicuramente necessita di una buona resistenza fisica».(IlMattino)
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