Il TAR Veneto: «Corteggiare le donne con insistenza è naturale»
Una sentenza che fa discutere: la vicenda di un uomo accusato di molestie si conclude con l’annullamento del provvedimento

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha annullato un ammonimento emesso nei confronti di un uomo accusato di molestie nei confronti di una cameriera. Secondo i giudici, il comportamento dell’uomo, pur insistente, non sarebbe mai sfociato in atteggiamenti minacciosi o persecutori, definendolo parte di un «fenomeno naturale e ineliminabile nella vita di relazione». Una decisione che solleva riflessioni e polemiche.
La vicenda: avances insistenti ma non minacciose
La storia risale a otto anni fa, quando un uomo iniziò a frequentare i bar in cui lavorava una cameriera, cercando di corteggiare con regali e messaggi. Tra i doni inviati, un mazzo di rose, un buono da 500 euro per la gioielleria e uno da 200 per abbigliamento. Nonostante le avances, l’uomo non avrebbe mai assunto comportamenti volgari o intimidatori.
I regali e i messaggi: corteggiamento o pressione?
Oltre ai regali, l’uomo inviava messaggi in occasione di festività come San Valentino e l’8 marzo. La cameriera, pur accettando i regali con esitazione, ha sempre trovato modi per respingere le attenzioni: delegando i colleghi al servizio o bloccando il numero di telefono dell’uomo.
La sentenza del TAR: un corteggiamento non persecutorio
Secondo il TAR Veneto, l’uomo ha interrotto i suoi comportamenti nel gennaio 2017 e il suo atteggiamento non ha mai generato ansia o paura nella donna. Per questo motivo, i giudici hanno ritenuto che l’ammonimento per atti persecutori non fosse giustificato.
Il corteggiamento come "fenomeno naturale"
Nella sentenza, il TAR definisce il corteggiamento un «fenomeno naturale e ineliminabile nella vita di relazione». Questa affermazione ha attirato l’attenzione mediatica, suscitando dibattiti sul limite tra corteggiamento e molestie.
Le reazioni alla sentenza
La decisione del TAR ha generato opinioni contrastanti. Da una parte, alcuni la considerano una giusta distinzione tra comportamenti insistenti e veri atti persecutori. Dall’altra, molti temono che questa posizione possa normalizzare atteggiamenti indesiderati, riducendo la percezione del disagio subito dalle vittime.
Le implicazioni per il diritto e la società
La sentenza solleva interrogativi sul confine tra libertà individuale e diritto alla serenità personale. In un’epoca in cui il tema delle molestie è centrale nel dibattito pubblico, decisioni come questa rischiano di inviare messaggi ambigui sulla tutela delle vittime.
Il caso nel contesto giuridico
La normativa italiana prevede l’ammonimento per atti persecutori come strumento preventivo contro le molestie. Tuttavia, questa sentenza evidenzia la necessità di una valutazione approfondita per distinguere tra insistenza e persecuzione, evitando abusi o leggerezze nell’applicazione delle leggi.
Un precedente controverso
La decisione del TAR Veneto potrebbe costituire un precedente importante, influenzando casi futuri di natura analoga. Resta da capire se il concetto di «corteggiamento naturale» verrà ulteriormente chiarito o se continuerà a essere oggetto di interpretazioni controverse.
La sentenza del TAR Veneto pone l’attenzione su un tema delicato e complesso: il confine tra corteggiamento e molestia. In una società in evoluzione, è fondamentale garantire il rispetto reciproco, bilanciando il diritto a esprimere interesse con la tutela del benessere altrui.