È morto in carcere Pino Scaduto, storico boss mafioso di Bagheria: era al 41 bis
Aveva 78 anni ed era detenuto nel carcere di Cagliari. Condannato per mafia, estorsioni e traffico di droga, era una figura chiave del mandamento di Bagheria. Confiscati beni per oltre un milione e mezzo di euro

È morto all'età di 78 anni, nel carcere di Cagliari, Giuseppe Scaduto, noto come Pino, considerato per anni il capo del mandamento mafioso di Bagheria. Era detenuto in regime di 41 bis, il carcere duro riservato ai capi mafiosi e ai criminali più pericolosi. La notizia della sua morte è stata confermata nelle scorse ore.
Una lunga carriera criminale: dagli anni ‘80 fino agli ultimi arresti
La carriera criminale di Pino Scaduto è stata lunga e costellata di condanne e arresti. Fin dagli anni '80 è stato riconosciuto come uno degli esponenti di vertice di Cosa Nostra palermitana, legato storicamente alle famiglie più potenti del territorio bagherese.
Nel 2008 fu arrestato nell’ambito dell’operazione “Perseo”, una maxi-indagine contro la riorganizzazione di Cosa Nostra dopo la stagione dei grandi arresti. Da quel momento, il suo nome è tornato costantemente al centro delle cronache giudiziarie.
Condanne per mafia, droga ed estorsioni
Nel corso degli anni, Scaduto ha collezionato numerose condanne. Tra le principali, quella del 2012 a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione.
Nel 2017, è stato nuovamente tratto in arresto con l’accusa di estorsione aggravata in concorso, per la quale nel 2019 è stato condannato dalla Corte di Appello di Palermo a 10 anni di reclusione.
Mentre scontava questa pena, nel settembre 2021, è stato colpito da un nuovo provvedimento di custodia cautelareper ulteriori reati: associazione mafiosa, estorsione e rapina aggravata.
Confisca da un milione e mezzo di euro: il potere economico di Scaduto
Il potere di Giuseppe Scaduto non si limitava alle estorsioni e al controllo del territorio, ma si estendeva anche sul piano economico. Nel 2022, la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto la confisca di beni per un valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro.
Tra i beni sottratti vi erano:
Società che gestivano strutture alberghiere;
Aziende edili;
Terreni agricoli;
Tre abitazioni a Bagheria;
Due fabbricati rurali e tre magazzini sempre nel comune palermitano;
Dieci rapporti bancari intestati al boss e a prestanome.
Un simbolo del potere mafioso a Bagheria
Con la morte di Pino Scaduto si chiude un altro capitolo della lunga e oscura storia di Cosa Nostra a Bagheria, uno dei mandamenti storicamente più attivi e radicati della mafia siciliana. Figura centrale negli equilibri criminali del territorio, Scaduto ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per le famiglie mafiose locali, riuscendo a mantenere il controllo anche dopo lunghi periodi di detenzione.
Una morte in carcere, sotto il regime del 41 bis
Detenuto in isolamento al carcere di Cagliari, Pino Scaduto è morto mentre stava scontando una lunga serie di condanne, lasciando un’eredità criminale che le forze dell’ordine continuano a contrastare con indagini e operazioni sul territorio. La sua morte rappresenta la fine fisica di un capo storico, ma non spegne il bisogno costante di attenzione e vigilanza sulle infiltrazioni mafiose nei centri nevralgici dell’economia e della società siciliana.