Gino Cecchettin e Filippo Turetta
Gino Cecchettin e Filippo Turetta

Filippo Turetta, 22 anni, sarà presente in aula per la prima volta giovedì 25 ottobre durante la seconda udienza del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa l'11 novembre 2023 a Vigonovo, Padova. 

L'imputato, difeso dall’avvocato Giovanni Caruso, ha confermato la sua intenzione di confessare, affermando che intende onorare la memoria della giovane vittima.

Un faccia a faccia carico di emozioni

Durante l’udienza, Turetta avrà l'opportunità di incrociare lo sguardo di Gino, il padre di Giulia. Questo incontro segna un momento cruciale non solo per l'imputato ma anche per la famiglia della vittima, che ha subito un dolore inimmaginabile. L'ex fidanzato di Giulia si prepara a rompere il silenzio e rispondere alle domande della corte, promettendo di non dire bugie e di raccontare la verità sull'accaduto.

La confessione di un crimine orrendo

Nel corso del processo, Turetta ripercorrerà la serata fatale, iniziata in un centro commerciale a Marghera. Racconterà il suo tentativo di riconquistare Giulia e come la sua rabbia sia cresciuta fino a culminare in un'azione terribile. Secondo quanto riportato, Turetta ha affondato il coltello in Giulia nel parcheggio, a soli 150 metri da casa, per poi completare l'omicidio in una zona industriale di Fossò. “Mi ricordo che era rivolta all'insù, verso di me. Si proteggeva con le braccia mentre la colpivo. L'ultima coltellata che le ho dato era sull'occhio”, ha affermato.

Il percorso dell’omicida e le indagini in corso

Dopo aver compiuto il delitto, Turetta avrebbe caricato il corpo di Giulia sui sedili posteriori dell'auto, tentando poi di nascondere il corpo in un luogo isolato vicino al lago di Barcis. Prima di essere arrestato in Germania, Turetta ha confessato di aver cercato informazioni sul suicidio, ma ha cambiato idea dopo aver letto che i suoi genitori desideravano trovarlo vivo. Ora, affronta gravi accuse, tra cui omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere.

L’uso dell’app spia: realtà o finzione?

Una parte inquietante della vicenda riguarda l’accusa secondo cui Turetta avrebbe spiato Giulia tramite un'applicazione sul suo telefono. Matteo Flora, esperto in sicurezza digitale, chiarisce che le vere app-spia sono generalmente riservate alle forze dell'ordine e alla criminalità organizzata, mentre nel caso di Turetta è più probabile che abbia sfruttato funzionalità comuni del cellulare, come il tracciamento della posizione o le funzioni di parental control.

Un processo rapido per una giustizia necessaria

Il processo si preannuncia rapido, con la Corte d’Assise di Venezia che ha già fissato la sentenza per il 3 dicembre. Questo iter accelerato è stato richiesto dalla difesa per limitare l’attenzione mediatica e dare a Turetta l’opportunità di affrontare le proprie responsabilità. Il presunto assassino sarà interrogato il 25 ottobre, con discussioni successive previste per la fine di novembre. La scelta di Turetta di confessare non solo rappresenta un passo verso la giustizia, ma anche un modo per affrontare il dolore e l'ingiustizia che la sua azione ha provocato nella vita di Giulia e della sua famiglia.

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