CASERTA. Sono diventate definitive le condanne accumulatesi a carico di Cristian Pengue, 23 anni, e Salvatore Salvati, 47 anni, entrambi napoletani.
All'epoca dei fatti, i due erano alle prese con un furto che avrebbe portato definitivamente alla morte di un vicebrigadiere, il quale aveva tentato di fermali.
Una dinamica tragica e sconcertata, conclusasi con la sua morte, su quei binari fatali, al passaggio in velocità di un treno che percorreva proprio in quel momento la tratta.
I due, insieme ad altri due complici, il 6 novembre 2018 tentarono di mettere a segno un furto in un appartamento a Caserta.
A causa di queste azioni, sono poi diventati protagonisti di un inseguimento coi carabinieri nel quale perse la vita il vicebrigadiere Emanuele Reali.
La tragica morte del vicebrigadiere di Caserta
Nella frenesia dell'inseguimento, i due con il brigadiere alle costole si erano infilati sui binari della stazione, e li avevano proseguito fino al tragico evento.
Fu tragicamente investito dal treno in corsa mentre inseguiva, in una disperata corsa, i due fuggitivi sui binari paralleli a via Ferrarecce.
La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati da Pengue e Salvati per furto aggravato e poi ha proseguito con la sentenza.
''I giudici di appello – si legge nella motivazione dei giudici della Quarta Sezione di Cassazione, presidente Giacomo Fumo – hanno ritenuto che gli imputati avessero acquisito la piena e autonoma disponibilità della refurtiva''.
'' Essendo usciti dall’appartamento e dal palazzo e avendo caricato la refurtiva sulle due auto che erano lì ad attenderli''.
''Ritenendo che tale fatto avesse provocato la rescissione della signoria che era esercitata dal detentore sul bene''.
''I giudici hanno considerato irrilevante la circostanza che gli autori del furto fossero stati osservati dai Carabinieri mentre tentavano la fuga''.
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