Una sentenza raccapricciante
L'Alta Corte in Pakistan si è pronunciata sul caso di una ragazzina (cristiana) rapita da un uomo musulmano per farla diventare sua moglie.
La famiglia della giovane, 14 anni appena compiuti, è ricorsa all'aiuto di una Ong internazionale.
I giudici
Hanno stabilito che il matrimonio tra la ragazzina cristiana e il suo rapitore Abdul Jabbar - musulmano - resta comunque valido perché secondo la sharia, la legge islamica, una volta che una bambina ha avuto il primo ciclo mestruale a qualsiasi età può contrarre matrimonio.
Nessun valore è stato dato dunque al Child marriage restraint act.
L'Avvocato
«Speravamo che la norma potesse essere applicata per la prima volta in questo caso.
Il caso
Huma avrebbe dovuto presentarsi in aula, come richiesto dai giudici durante la precedente udienza del 16 gennaio al poliziotto incaricato delle indagini Akhtar Hussain.
Interrogato sull’assenza della ragazza, stamattina l’agente si è limitato a dire che la giovane era stata convocata.
Sin dall’inizio della vicenda Hussain ha mantenuto un atteggiamento ambiguo.
«È chiaro che essendo Hussain l’incaricato vi è un’alta probabilità che i risultati del test vengano contraffatti.
Ma la nostra speranza è di riuscire comunque a provare la minore età della ragazza così da farla almeno affidare ad un centro».
La prossima udienza
E' fissata per il 4 marzo, purtroppo però anche qualora fosse attestato che Huma è minorenne, la decisione dei giudici di ritenere il matrimonio valido, annulla qualsiasi possibilità che Jabbar venga punito per i reati di rapimento e matrimonio forzato.
(IlMessaggero)