I casi sono due:
O il dottor Basentini, già direttore del Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria scelto dal Guardasigilli Bonafede, si è dimesso perché ha svolto male il proprio ruolo; oppure lo ha svolto bene, e allora non si doveva dimettere.
Quel che non si comprende è perché il magistrato potentino debba essere recuperato e continuare - per il ministero di Bonafede - ad occuparsi di detenuti.
La voce circola da giorni
La notizia data da diverse testate online e blog che ruotano attorno al carcere e alla polizia penitenziaria: al pm Francesco Basentini, sarebbe stato assegnato un posto «romano» nella task force creata da Bonafede per affrontare l'emergenza Covid nelle patrie galere.
La voce non è stata finora smentita da Via Arenula. Del resto esiste ormai in Italia, soprattutto in area grillina, una tale pletora di task force che sarebbe possibile dare una poltrona a qualsiasi trombato o amico di ministri.
In attesa di scoprire se si tratti di una malignità
O se sia invece vero che Bonafede, spinto dal suo cuore d'oro, abbia offerto un ripescaggio governativo al Basentini in disgrazia, ricordiamo un certo bilancio.
Rivolte in tutte le carceri, 13 detenuti morti, 40 agenti feriti, danni alle strutture per 60 milioni. Per tacere, ovviamente, della esilarante guerriglia tra manettari sulla sua nomina, a colpi di accuse di connivenza con la mafia, tra gli ex amici del cuore Bonafede e Di Matteo.
Intanto ieri il Consiglio superiore della magistratura ha ufficializzato la sostituzione di Basentini con il nuovo direttore del Dap Dino Petralia, scelto dal ministro per rimpiazzarlo. (IlGiornale)
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