Luca Abete e Framvesvo Emilio Borreli
Luca Abete e Framvesvo Emilio Borreli

Durante la puntata andata in onda ieri sera, Striscia la Notizia ha acceso i riflettori su Pino Grazioli, personaggio molto attivo sui social e autore di numerosi video definiti dall’inviato Luca Abete come “intimidatori, violenti e persecutori”. Secondo quanto riportato dal tg satirico di Canale 5, Grazioli sarebbe arrivato perfino a organizzare spedizioni punitive sotto casa di persone con cui è in disaccordo, creando un clima di tensione e paura.

Un comportamento che ha sollevato forti dubbi sulla legittimità del suo operato giornalistico, soprattutto in relazione a una sua presunta vicinanza all’onorevole Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra noto per le sue denunce sull’inciviltà quotidiana.

Il rapporto tra Grazioli e Borrelli: il deputato prende le distanze

Nel corso del servizio, Abete ha incalzato Borrelli, chiedendogli spiegazioni circa la sua collaborazione con Grazioli. «Abbiamo fatto delle battaglie insieme che rivendico tutte», ha dichiarato il deputato, «ma Pino ha la sua attività da giornalista, non sta sempre con me. Non mi vedrai mai fare cose di quel tipo».

Alla domanda dell’inviato sulle intimidazioni e le spedizioni punitive, Borrelli ha risposto in modo netto: «Sono contrario, non si va sotto casa delle persone. Non esistono le spedizioni punitive. Dirò a Pino che non può continuare ad avere questi toni se vuole continuare a fare delle battaglie con me». Infine, sollecitato da Abete a definire Grazioli un “giornalista” o un “cialtrone”, Borrelli ha concluso: «Chi si comporta male è sempre un cialtrone».

Le polemiche dopo il servizio sul doppio listino a Napoli

La polemica tra Grazioli e Striscia la Notizia non è nata oggi. L’origine dello scontro risale a un precedente servizio di Abete su un negozio di elettronica a Napoli, dove veniva praticato il cosiddetto “doppio listino”: un sistema per favorire le vendite in nero, con prezzi ribassati per chi pagava in contanti. In quell’occasione, l’inviato fu cacciato in malo modo e addirittura rinchiuso all’interno del negozio.

Sorprendentemente, Grazioli si schierò contro Striscia, difendendo il commerciante. «Perché attaccare il tg satirico, invece di esprimere solidarietà a un collega aggredito?», si è domandato Abete, insinuando che il motivo di tale posizione potesse risiedere in una vicinanza promozionale tra il giornalista e l’attività commerciale coinvolta.

L’intervento dell’avvocato e il silenzio dell’Ordine dei giornalisti

Nel tentativo di ottenere un commento diretto, Luca Abete ha provato a intervistare Pino Grazioli, ma è stato respinto dall’avvocato del giornalista. Questo comportamento ha spinto l’inviato di Striscia a sollevare un ultimo interrogativo: “Cosa ne penserà l’Ordine dei giornalisti di tutto questo?”, lasciando intendere che potrebbe esserci un’indagine più ampia sul comportamento di Grazioli e sull’uso distorto del titolo giornalistico.

Il giornalismo al tempo dei social: informazione o spettacolo?

Il caso solleva una riflessione più ampia sul confine tra giornalismo d’inchiesta e spettacolarizzazione social, tra denuncia civile e campagne d’odio. Episodi come quelli raccontati da Striscia la Notizia mettono in discussione l’etica del linguaggio e dei metodi utilizzati da chi si propone come “difensore della legalità” ma utilizza toni e modalità che sfociano nell’intimidazione.

Il dibattito è aperto, e il ruolo degli organi di controllo, come l’Ordine dei giornalisti, appare più che mai necessario per regolare la professione in un contesto mediatico sempre più fluido e pericoloso.

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