Migranti, Meloni: "Da sola l'Italia non può gestire i flussi, Ue rispetti impegni presi da troppo tempo”
MIGRANTI. Non si placa come è ovvio che sia la questione relativa alla gestione del flusso di migranti provenienti in Italia e in Europa.
"Le migrazioni" sono "un fenomeno strutturale, globale. Il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito come un punto di incontro tra identità nazionali, non, come troppo spesso è accaduto negli ultimi anni, come un luogo di morte causato da trafficanti di vite umane". Per questo "ovviamente ci vuole più Europa sul fronte Sud, come l'Italia rivendica da tempo e come ha rivendicato particolarmente negli ultimi tempi, perchè da soli non possiamo gestire un flusso che ha assunto dimensioni ormai ingestibili". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia MELONI, chiudendo l'ottava edizione dei 'Dialoghi mediterranei'.
Migranti - E ancora aggiunge Meloni
"Occorre che l'Europa -ha proseguito il premier- realizzi con urgenza un quadro di collaborazione multilaterale basato su flussi legali, su un'incisiva azione di prevenzione, di contrasto ai flussi irregolari. Tassello indispensabile è quello della europeizzazione della gestione dei rimpatri. Di recente la rotta del Mediterraneo centrale è stata considerata prioritaria in un documento della Commissione europea e considero questa una vittoria e non sarebbe accaduto se l'Italia non avesse posto due questioni: il rispetto della legalità internazionale e la necessità di affrontare il fenomeno delle migrazioni a livello strutturale. E' necessario un impegno comune: gli Stati dell'Unione europea da una parte, gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo dall'altra".
Conclude Meloni
"Per questo chiediamo -ha concluso MELONI- che l'Europa rilanci un'effettiva attuazione degli impegni presi da troppo tempo, attraverso una cooperazione migratoria con i nostri partner dell'Africa e del Mediterraneo, che debbono essere maggiormente coinvolti nella prevenzione e nel contrasto al traffico di esseri umani". (Adnkronos)
Meloni, sicurezza è quello che ci unisce, non che ci divide
"Sicurezza è quello che ci unisce, non ciò che ci divide. Perché la sicurezza è, in definitiva, la condizione 'abilitante', la precondizione allo sviluppo economico e sociale delle nazioni, alla promozione e alla protezione dei diritti umani, all'affermazione e al consolidamento delle istituzioni democratiche. Tutto parte da qui. Da tale consapevolezza trae le premesse la postura dell'Italia nei riguardi dell'importanza e della stabilità e della sicurezza nel Mediterraneo. Si tratta di interessi nazionali, certo, ma a ben guardare europei, che definiscono la profondità strategica della nostra politica estera".
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