Parte negli aeroporti di Milano la sperimentazione sull’utilizzo del Test rapido salivare per l’individuazione del Covid 19 in pochi minuti, al massimo 5. Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa, ha deciso di portare avanti insieme all’Università dell’Insubria la sperimentazione dell’esame rapido, coinvolgendo su base volontaria i dipendenti che potranno sottoporsi a test salivare e toccatura lacrimale. Entrambe le procedure innovative sono sviluppate nei laboratori dell’ateneo di Varese.
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In una nota Sea spiega di aver deciso di partecipare alla sperimentazione “in quanto l’esito positivo della sperimentazione consentirebbe l’utilizzo dei test salivari in aeroporto anche per i passeggeri e questo potrebbe rivelarsi una leva importante per la ripresa del trasporto aereo”.
Sea in questa prima fase proporrà ai suoi dipendenti la partecipazione al test per entrare a far parte del campione della sperimentazione rivolta “unicamente a personale residente in Lombardia”.
In futuro, viene evidenziato, “disporre di un test di questo tipo permetterà, in caso di ritorno di una pandemia di COVID-19 nei mesi freddi o nel caso di future pandemie virali, di avere a disposizione un’arma preziosa per effettuare screening di massa”.
Virus, azienda napoletana brevetta il test ultrarapido: risultato in 3 minuti
Arriva il test ultra rapido made in Naples. L’eccellenza napoletana, l’eccellenza campana. Un tampone che «in soli tre minuti è in grado di rivelare se si è positivi o no al virus SARS-Cov-2».
L’annuncio
Ad annunciare questo brevetto è un’azienda napoletana, la Cosvitec, che in collaborazione con il Dipartimento di Fisica «Ettore Pancini» dell’Università di Napoli Federico II, ha messo a punto un kit per il rilevamento rapido del virus: «Il test rapido – sostiene l’azienda – è infatti altamente sensibile, specifico, ed accurato e ha la stessa affidabilità dell’attuale tampone.
Il tampone, chiamato CovFast, naso faringeo che viene eseguito sul soggetto esattamente come il tampone classico, poi viene immerso in una soluzione colloidale che cambia colore solo in caso di positività al virus, entro tre minuti.
Se la carica infettante è molto alta, il test darà un risultato positivo anche in un solo minuto. »Non necessita di strumentazioni, laboratori certificati e personale specializzato.
Può essere eseguito infatti con una semplice provetta
Si tratta di una svolta rivoluzionaria, grazie a CoVFast si potranno condurre facilmente screening di massa.
Fino ad oggi un grande limite è stato rappresentato proprio dalle costose apparecchiature e dalla necessità di impiegare personale specializzato.
Altro fattore rilevante è il costo irrisorio del test, molto inferiore rispetto a quello del tampone classico», sottolinea l’azienda.
«Abbiamo realizzato – spiega Raffaele Velotta, professore di Fisica applicata alla Federico II – una soluzione colloidale di nanoparticelle d’oro che cambia colore in presenza del virus. Una variazione abbastanza netta che può essere vista anche ad occhio nudo in caso di alta carica virale.
Dopo alcuni test preliminari effettuati all’Ospedale Cotugno di Napoli abbiamo confrontato il nostro metodo con quello »ufficiale« basato su tecniche di biologia molecolare (PCR).
Analizzando circa 50 tamponi di pazienti positivi e altrettanti di pazienti negativi abbiamo potuto stimare sensibilità e specificità entrambe superiori al 95%. La lettura dei circa 100 tamponi con un semplice spettrofotometro ha richiesto meno di due minuti.
Il lavoro
Naturalmente il lavoro non è finito, ma questi risultati sono molto incoraggianti e ci spingono a continuare una ricerca che sta entusiasmando tutti i partecipanti».
Sottolinea Sergio Bolletti Censi, direttore generale Cosvitec: «Il tampone CoVFast, efficace in soli tre minuti, si presta allo screening di massa.
Potrebbe essere una rivoluzione, pensiamo al settore turistico in grande difficoltà, la ripartenza delle scuole a settembre, ma anche luoghi dove si possono creare assembramenti, concerti, eventi pubblici o sportivi.
In soli tre minuti si può avere un risultato affidabile. Oggi le sinergie sono fondamentali, proprio come dimostra la collaborazione con il team del professor Velotta della Federico II». (IlMattino)
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