Insulti a Liliana Segre sui social: il gip ordina nuove indagini su 86 account
Accolto il ricorso della senatrice a vita: per il giudice "accusare di nazismo una sopravvissuta alla Shoah è uno sfregio alla verità".

Il gip di Milano Alberto Carboni ha disposto nuove indagini su 86 account responsabili di insulti social contro Liliana Segre. Ordinata anche l'iscrizione di nove persone non ancora indagate e l'imputazione coatta per altre sette. Al centro dell'inchiesta, 246 messaggi offensivi, molti dei quali accusavano la senatrice di nazismo.
La decisione del gip
Accogliendo la richiesta dell'avvocato Vincenzo Saponara, legale di Liliana Segre, il giudice ha ordinato alla Procura di Milano di proseguire con nuovi accertamenti. Resta al centro del fascicolo l'accusa di diffamazione aggravata dall'odio razziale.
L'interpretazione del giudice
Per il gip Carboni, definire "nazista" una superstite dei campi di sterminio rappresenta una "diffamazione oggettiva" e "uno sfregio alla verità storica". Non può essere considerata libertà di critica, nemmeno nel dibattito politico.
I numeri dell'inchiesta
L'indagine riguarda 246 messaggi raccolti in 27 querele presentate da Liliana Segre tra il dicembre 2022 e il luglio 2024. La Procura aveva chiesto l'archiviazione per 17 posizioni, accolta solo in parte dal gip.
L'esclusione di Chef Rubio
Archiviata, invece, la posizione di Gabriele Rubini, alias Chef Rubio: i suoi post sono stati giudicati aspri ma non diffamatori. Il gip ha ritenuto che si trattasse di "aspra critica su temi politicamente sensibili" senza elementi di odio razziale.
Il richiamo alla responsabilità
Nel provvedimento, il giudice sottolinea che il web non può diventare "una zona franca" dove la reputazione degli individui viene calpestata impunemente. "La tastiera non è un'arma senza difese", ha ribadito.