Giulia Tramontano: Alessandro Impagnatiello domani riceverà la sentenza
Il femminicidio di Giulia Tramontano scuote ancora l'Italia: dolore, attesa e richieste di giustizia nella vigilia della sentenza definitiva.
Domani sarà un giorno cruciale per il caso di Giulia Tramontano, la giovane di 29 anni brutalmente uccisa 18 mesi fa a Senago. Alessandro Impagnatiello, accusato di averla assassinata con ferocia, riceverà la sentenza della Corte. La famiglia della vittima attende con speranza che venga pronunciata una sola parola: ergastolo.
Franco Tramontano, padre di Giulia, ha espresso un accorato appello sui social:
"Chiediamo con forza che venga applicata la pena massima prevista dalla legge: l'ergastolo. Non per vendetta, ma per rendere giustizia a Giulia, alla sua famiglia e al bambino che portava in grembo. La dignità di una vittima non può essere sacrificata per costruire una difesa."
Un dolore che non si placa
Il dolore per la perdita di Giulia è ancora vivo. Loredana, la madre, ricorda ogni giorno la figlia attraverso canzoni, immagini e messaggi. Tra i suoi pensieri più struggenti:
"Cara Giulia, ho bisogno di te, sei la mia ancora di salvezza in questo mare di dolore, il mio arcobaleno in questa tempesta."
La sorella Chiara, che combatte la propria battaglia contro la paura e il dolore, ha dichiarato:
"È difficile misurare la rabbia e l’indignazione. Combatto affinché nessun’altra donna debba subire un destino così crudele e affinché il colpevole sconti una pena adeguata."
La memoria di Giulia e la richiesta di un futuro senza paura
Giulia Tramontano, originaria di Sant'Antimo (Napoli), era diventata simbolo di resilienza e speranza, ricevendo persino l’Ambrogino d’Oro. La sua tragica scomparsa ha acceso i riflettori sulla piaga della violenza di genere, un dramma che continua a devastare famiglie e comunità.
Il 25 novembre, data simbolica per la lotta contro la violenza sulle donne, sarà un giorno di riflessione e richiesta di giustizia.
"Grideremo giustizia per Giulia e Thiago, e per tutte le donne che non hanno più voce," ha dichiarato la famiglia, invitando tutti a unirsi al loro appello per un futuro libero dalla paura.
La posizione dell’accusa e le prospettive della sentenza
Durante la requisitoria, la pm ha descritto Impagnatiello come un "psicopatico bugiardo", sottolineando che non si è trattato di un raptus ma di un omicidio pianificato. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe persino tentato di simulare il suicidio della compagna per sviare le indagini.
Domani, l’Italia attende con trepidazione la sentenza. La speranza è che questa decisione possa rappresentare un segnale forte per tutte le vittime di violenza di genere.