NAPOLI. Le elezioni amministrative per decretare il nuovo sindaco di
Napoli si avvicinano sempre più. Imminente risulterebbe, oramai, anche la scadenza per la presentazione delle liste. Mancherebbe, infatti, meno di una settimana.
Il preferito dai partenopei, stando agli ultimi sondaggi
Lab2101, è senza alcun’ombra di dubbio, l’ex rettore e Ministro del governo Conte due,
Gaetano Manfredi. Secondo l’indagine, affidata a Lab2101 per conto di
Affaritaliani.it, Manfredi ha ottime probabilità di diventare
sindaco della città di Napoli, ma, secondo i suddetti sondaggi, per annunciare l’ufficialità della vittoria, dovrà aspettare il ballottaggio.
Questa infatti la situazione attuale
Al primo turno,
Manfredi, partirebbe davanti a tutti con una forchetta di voti che va dal 39,7% al 43,7%. Lontanissimo il principale sfidante
Catello Maresca, tra il 20,3% e il 24,3%, seguito a stretta distanza da
Alessandra Clemente, data tra il 17,% e il 21,6%.
Poche chance, dunque, di vittoria per il centrodestra anche al ballottaggio, nel caso in cui lo sfidante fosse proprio
Manfredi. Infatti, in uno scenario siffatto, il candidato di centrosinistra
trionferebbe con il 56,1% dei consensi.
L’unica, che potrebbe dare qualche grattacapo a Manfredi, è la candidata scelta da
de Magistris. In un eventuale ballottaggio, il candidato di centrosinistra riuscirebbe a vincere anche con la
Clemente, seppur con poco più di 3 punti di vantaggio. Secondo
Roberto Baldassari, presidente di Lab2101, ciò che non permetterebbe a Manfredi, la vittoria al primo turno, sono i voti drenati da
Bassolino.
Insomma, una bella sfida quella del rettore, che, oltre all’arduo compito di ripartire dai giovani per dire
«basta alla fuga» dei cervelli partenopei, sembrerebbe aver riportato entusiasmo e voglia di ricostruire in città. E stando a quel che il “popolo” attualmente racconta, lo ha fatto in modo semplice, con un programma dagli obiettivi chiari e alla portata di tutti.
Ma
“o’ prufessore”, come in molti, in città, oramai lo identificano, dandogli per lo più una connotazione amichevole e fiduciaria, in questi mesi di campagna elettorale, dove ha lavorato ascoltando le persone, i loro bisogni, i bisogni di Napoli, non si è avvalso solo dei “suoi” giovani, ma anche e soprattutto di un
parterre di professionisti, uomini e donne che in un certo senso hanno dato e continuano a dare, a questa terra, i semi che merita.
Non per ultima, l’avvocato Biancamaria Sparano
«Io voglio lavorare per il futuro, voglio fare qualcosa per mio figlio, per i nostri figli. Sono nata e cresciuta in questa città e non riesco a stare a guardare. L’alternativa, sarebbe andarsene, ma io non voglio andarmene».
Figlia di
giuristi napoletani, come lei stessa evidenzia:
«La materia giuridica ce l’ho nel sangue, la mia vita è stata caratterizzata da una mamma notaia che ha sempre lavorato» e laureatasi a Napoli, alla
Federico II, l’avvocato
Sparano ha le idee molto chiare su ciò che serve a questa città per tornare a splendere. E si può sintetizzare il tutto con una sua stessa frase:
«Voglio la normalità».
E quando parla di normalità è un fiume in piena:
«Sono sposata e ho un figlio di 17 anni, cresciuto in questa città. All’asilo comunale di Napoli, ha imparato di tutto, gli hanno insegnato di tutto, persino ad aggiustare un giocattolo. Oggi, invece, tutto sembra molto difficile e faticoso da raggiungere e ottenere. Non abbiamo la più pallida idea, nemmeno, di cosa sia uno spazio verde, figuriamoci un asilo che sia inclusivo e accessibile.
Abbiamo una Villa Comunale che era uno spettacolo, oggi ci troviamo solo siringhe e verde incolto. Sono rimasta esterrefatta, quando una mia amica mi ha raccontato che al figlio le hanno addirittura rubato una maglietta.
Ma ci rendiamo conto? Lo hanno fermato e gli hanno fatto togliere la maglia lasciandolo a petto nudo. Io mi ricordo che da bambina ci andavo a giocare, c’erano delle giostrine, c’erano persone, socialità. Oggi, non so nemmeno definirlo cosa sia. Si buttano per la strada tv, materassi, sedie e non è possibile, non è la mia città questa.
Vogliamo parlare delle biblioteche? Della completa assenza di punti di ritrovo del genere? Dei libri? Noi siamo un popolo che vive in una città sovrastata dalla cultura. Non c’è una pietra di questa terra che non abbia una connotazione storico-culturale di elevata importanza, senza contare che i migliori scrittori sono partenopei. Non è minimamente pensabile che tutto questo “bene” venga sciupato in questo modo».
E ancora aggiunge:
«Non posso andare al Virgiliano, alla Floridiana, ma vogliamo fare qualcosa? La nostra è sempre stata una città di accoglienza, multietnica. Quello che voglio è che torni ad essere una città accessibile, vivibile nel quotidiano. Io voglio andare al cinema, ma il cinema deve funzionare. Ci devo trovare non dico una poltrona, ma almeno la sedia. E a me è capitato non c’era nemmeno la sedia.
E non è tutto. Lei sa, io ho una laurea in legge, ma non riesco a fare un abbonamento al basket a Napoli. Perché nessuno è in grado di indirizzarmi. Io voglio pagare, non voglio andarci gratis, ma nessuno mi sa dire dove andare a sottoscrivere il suddetto abbonamento, perché la struttura, a loro dire, non è accessibile.
E poi devo sentire che, la figlia di una mia amica che vive a Bruxelles, esce tranquillamente, da sola, anche di sera all’età di 12 anni.
Vede, per me tutto ciò non è assolutamente pensabile. Come si può vivere così? Io non voglio scappare, non voglio andarmene da questa città, ma è evidente che bisogna ripartire e bisogna farlo dall’educazione del singolo.
Non siamo in grado di gestire né il patrimonio culturale che abbiamo, né rispettare le regole. Regole poi di un vivere comune, di un benessere comune.
Direbbe mio nonno, non si ha proprio l’idea che esistano le regole, perciò si deve ripartire dai ragazzi, dai giovani.
E’ questo il motivo per cui mi sono messa in gioco. Io, non ho nulla da chiedere alla politica, non mi interessano le poltrone. La mia è una pura “azione di volontariato”. Non è una questione di età, l’avrei fatto anche a 90 anni. Voglio lavorare per il futuro e l’occasione per farlo è Gaetano Manfredi e lo ringrazio vivamente per questa grande opportunità.
Ciò che mi ha avvicinata al suo programma e al suo progetto è questa voglia di rinascita, ecco perché ho deciso di appoggiarlo insieme all’amico notaio Dino Falconio, capolista della lista “Manfredi sindaco”. Condividiamo la stessa determinazione, lo stesso interesse, quello di ridare a questa città ciò che si merita: la normalità».
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