La testa stritolata da un macchinario mentre lavorava, Anila muore a 26 anni: aperta un'inchiesta
Morire di lavoro, morire per lavoro. Un dramma che si ripete costantemente. Un'altra Luana D'Orazio strappata alla vita ingiustamente. E' Anila Grishaj, l'ultima giovane vittima appena 26enne, trovata senza vita mentre era a lavoro. Il dramma ieri pomeriggio mentre si trovava presso l'azienda Bocon a Pieve di Soligo.
L'incidente, avvenuto in modo terribile, è stato causato dalla compressione della testa all'interno di un macchinario in cui Anila è rimasta incastrata.
La tragedia ha scatenato momenti di disperazione tra i familiari della giovane ragazza, che sono giunti davanti all'azienda ieri sera. Tuttavia, a causa delle indagini aperte, sono stati bloccati dai carabinieri, che hanno impedito l'accesso alla scena dell'incidente secondo le regole vigenti.
Secondo le ricostruzioni, Anila, di origini albanesi e vice direttrice dello stabilimento di surgelati, stava svolgendo il suo turno di lavoro quando è stata tragicamente coinvolta in un incidente con il robot pallettizzatore utilizzato per spostare i bancali con i prodotti. La giovane è rimasta incastrata con la testa nel macchinario, causando lesioni mortali alle vertebre cervicali.
L'azienda Bocon
Aveva presentato Anila come volto di una campagna promozionale l'anno scorso, evidenziando i dipendenti come immagine dell'azienda. Ora, il nucleo Spisal e i carabinieri sono impegnati nella ricostruzione della dinamica dell'incidente, mentre si aprirà un'inchiesta per stabilire le responsabilità legate a questa tragica morte.
Nonostante la giovane donna fosse un membro esperto e vice direttrice dell'azienda, le circostanze esatte dell'incidente non sono ancora chiare. Le forze dell'ordine si stanno adoperando per far luce sulla situazione nelle prossime ore.
La morte di Anila
Ha scatenato momenti di tensione fuori dall'azienda, con i familiari che, agitati, cercavano di comprendere le circostanze dell'incidente. Il padre, non avvisato tempestivamente dell'accaduto, ha reagito con rabbia distruggendo una fioriera. La situazione è stata complicata dai sopralluoghi in corso, che hanno impedito ai familiari di avvicinarsi al luogo dell'incidente.
Anila Grishaj, di origini albanesi e residente a Vergoman, era una giovane donna amata e stimata. Con una laurea presso il turistico Verdi di Valdobbiadene, aveva fatto carriera all'interno dell'azienda Bocon, dove lavorava da cinque anni. Il sindaco del suo comune natale esprime il cordoglio della comunità, mentre la deputata Rachele Scarpa spera che venga fatta piena luce sull'incidente. Con dolore e rabbia, l'onorevole Scarpa afferma che presenterà ogni atto possibile per far luce su questo tragico episodio e prevenire che eventi simili possano ripetersi in futuro.
Una tragedia che richiama alla mente un'altra drammatica storia: quella di Luana D'Orazio
Questa giovane donna, solo ventiduenne, ha perso la vita in modo drammatico quando è stata schiacciata da un macchinario nel corso del suo turno lavorativo presso l'azienda tessile che l'aveva assunta pochi giorni prima come apprendista.
Nel caso di Luana, le responsabilità sono state già accertate: Laura Coppini e Daniele Faggi, i due soci dell'azienda, sono stati giudicati colpevoli della morte e condannati rispettivamente a 2 anni ed un anno e sei mesi in carcere. Rinviato a giudizio è stato Mario Cusimano, anche con l'accusa di omicidio colposo e rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche. In quanto responsabile della manutenzione, aveva l'incarico di controllare le macchine impiegate dagli operai.
La madre della giovane continua a combattere, chiedendo con energia l'introduzione, nell'ordinamento italiano, del crimine di omicidio in ambito professionale. Dati i numerosi episodi recentemente accaduti, tra cui il tragico incidente a Brandizzo in cui cinque operai persero la vita mentre erano impegnati in attività di manutenzione ferroviaria, è evidente l'importanza urgente del tema della sicurezza sul lavoro.
Queste situazioni drammatiche rendono evidente quanto sia urgente dedicare una maggiore attenzione e impegno alla tutela dei lavoratori, spingendo così la società e le istituzioni a prendere sul serio l'attuazione di provvedimenti più efficaci al fine di evitare tragedie simili in futuro. L'appello significativo per un cambiamento legislativo e culturale che ponga la sicurezza dei lavoratori al centro delle priorità nazionali è il risultato della lotta della madre di Luana D'Orazio.