Gennaro Ramondino
Gennaro Ramondino trovato morto carbonizzato a 20 anni

Le indagini sull'omicidio di Gennaro Ramondino, il giovane ventenne ucciso lo scorso 1 settembre nel quartiere di Pianura, continuano a portare sviluppi significativi. Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, la Polizia di Stato ha arrestato due pregiudicati residenti a Fuorigrotta. Entrambi sono accusati del reato di distruzione di cadavere, aggravato dal metodo mafioso.

Gli arrestati sarebbero stati coinvolti nelle fasi successive al delitto, contribuendo a occultare il corpo della vittima per impedire la sua identificazione. Questo nuovo sviluppo sottolinea ancora una volta il legame tra l'omicidio e l'ambiente della criminalità organizzata nel quartiere di Pianura.

L'omicidio di Gennaro Ramondino

Gennaro Ramondino, un giovane di 20 anni, è stato brutalmente ucciso a colpi di pistola il 1 settembre 2024. Il delitto è avvenuto in un sottoscala adibito a “piazza di spaccio”, una zona frequentemente utilizzata dalla criminalità per il traffico di stupefacenti.

Le prime indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli avevano portato all’arresto di due persone: un minorenne, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, e un’altra persona accusata di favoreggiamento personale e distruzione di cadavere.

Il ruolo dei due arrestati

I due uomini arrestati nelle ultime ore sono ritenuti dai magistrati fondamentali per le fasi immediatamente successive al delitto. Secondo le ricostruzioni, avrebbero trasportato il corpo di Ramondino con un’autovettura verso una zona isolata di campagna. Qui, il cadavere sarebbe stato dato alle fiamme, un atto che ha reso particolarmente difficile l’identificazione della vittima.

L’aggravante del metodo mafioso evidenzia come il delitto non sia stato un semplice episodio di violenza, ma sia inquadrato nel contesto delle dinamiche criminali legate al controllo del territorio da parte dei clan. La distruzione del cadavere aveva l’obiettivo di eliminare prove e mandare un chiaro segnale di impunità, tipico della logica mafiosa.

La risposta delle autorità

L’arresto di questi due individui rappresenta un ulteriore passo avanti nella ricerca della verità sull’omicidio Ramondino. Le autorità continuano a monitorare con attenzione il quartiere di Pianura, teatro di episodi ricorrenti di violenza legati al narcotraffico.

Il caso ha scosso profondamente la comunità locale, già provata da anni di tensioni e rivalità tra gruppi criminali. Gli sviluppi delle indagini confermano l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare la criminalità organizzata e nel fare giustizia per le vittime di queste dinamiche violente.

Il caso Ramondino evidenzia ancora una volta la pericolosità delle reti criminali che operano a Napoli e la loro capacità di manipolare le vite umane con brutalità estrema. Gli arresti dei due pregiudicati rappresentano un importante risultato investigativo, ma anche un monito per la società: la lotta contro la criminalità organizzata è lunga e complessa, ma fondamentale per garantire giustizia e sicurezza.

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