Addio a Sammy Basso, il malato di progeria più longevo al mondo
La sua vita è stata un esempio di coraggio e dedizione alla ricerca scientifica. Si è spento a soli 28 anni dopo un malore in un ristorante.
Sammy Basso, conosciuto in tutto il mondo come il malato di progeria più longevo e famoso, è morto all’età di 28 anni. Basso, affetto dalla sindrome di Hutchinson-Gilford, una rara malattia che provoca un invecchiamento fisico precoce, è stato un simbolo di coraggio e determinazione. Sabato 5 ottobre, durante un viaggio in Cina, Basso è stato colto da un malore mentre si trovava in un ristorante, un episodio che purtroppo gli è stato fatale.
Una vita dedicata alla ricerca e alla sensibilizzazione
Nonostante la malattia, Sammy Basso ha dedicato la sua vita alla scienza e alla ricerca. Dopo essere tornato dall’estero, aveva partecipato alla 14ª edizione del Premio “Paolo Rizzi” a Venezia, dove aveva ricevuto un riconoscimento per il suo impegno nella promozione della cultura della ricerca. Da anni, Basso lavorava instancabilmente per sensibilizzare il pubblico sulla progeria e sui progressi scientifici necessari per affrontarla.
La fondazione dell'Associazione Italiana Progeria
Nel 2005, Sammy Basso ha fondato l'Associazione Italiana Progeria (A.I.Pro.Sa.B.), con l’obiettivo di far conoscere meglio questa malattia e sostenere la ricerca di terapie. Grazie alla sua dedizione, ha attirato l’attenzione su una condizione rara e poco conosciuta, diventando un testimonial mondiale dell’importanza di investire nella scienza per migliorare la qualità della vita dei malati.
Nato a Schio il 1° dicembre 1995, Sammy Basso si è laureato nel 2018 in Scienze Naturali all’Università di Padova, ottenendo il massimo dei voti con lode. La sua tesi, incentrata sulle terapie per rallentare il decorso della progeria, dimostra la sua profonda passione per la biologia molecolare e il suo desiderio di contribuire attivamente alla ricerca. Era infatti convinto che la scienza fosse la strada principale per migliorare la vita dei pazienti affetti dalla sua stessa malattia.
Un esempio di resilienza e forza
Nonostante le sfide che la progeria imponeva al suo corpo, Sammy Basso non si è mai arreso e ha vissuto la sua vita al massimo delle possibilità. «Oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa», ha dichiarato l’Associazione A.I.Pro.Sa.B. in un messaggio di addio, ricordando l’impatto che Basso ha avuto su chiunque lo incontrasse.
La sindrome di Hutchinson-Gilford: una battaglia continua
La progeria è una malattia estremamente rara che colpisce circa un bambino su otto milioni di nati. La sua caratteristica principale è l’invecchiamento precoce del corpo, che porta a un’aspettativa di vita molto ridotta. Sammy Basso, con i suoi 28 anni, ha superato di gran lunga l’età media di sopravvivenza dei pazienti affetti da questa sindrome, che solitamente si aggira intorno ai 14 anni. Il suo impegno e la sua determinazione nel cercare soluzioni scientifiche hanno ispirato medici, ricercatori e pazienti in tutto il mondo.
Pochi giorni prima della sua scomparsa, Basso aveva ricevuto un premio alla 14ª edizione del Premio “Paolo Rizzi” a Venezia, in riconoscimento del suo lavoro e della sua dedizione alla causa della ricerca. In quell’occasione, aveva ancora una volta ribadito l’importanza di non smettere mai di credere nella scienza e nella possibilità di migliorare le condizioni di chi è affetto da malattie rare come la progeria.