REDDITO DI CITTADINANZA. Quando si parla di reddito di cittadinanza vi è sempre molta confusione. Soprattutto ora, che al governo del Paese è andata la coalizione di centrodestra. Il nuovo premier incaricato, dovrebbe essere Giorgia Meloni, una che non è mai stata tenera nei confronti del reddito di cittadinanza. Vedremo, che cosa accadrà e quali saranno le scelte del nuovo esecutivo nazionale.
Nel frattempo, proviamo a fare chiarezza sui capi saldi della manovra e su cosa ha previsto l’Inps. Infatti, stando a quanto riporta trend on line, l’istituto nazionale di previdenza sociale ha sbloccato in ritardo la possibilità di aggiornare e inviare via web la domanda per il reddito di cittadinanza. Con conseguenti ritardi per l’inserimento dei nuovi percettori e l’avvio dei controlli per chi percepisce tale sussidio.
Cosa prevede l’Inps per i percettori del reddito di cittadinanza
E’ molto importante sapere che i percettori del reddito di cittadinanza, rischiano un sero taglio sul sussidio. Infatti, l’Inps in ottemperanza alla legge di bilancio del 2022, ha chiesto una nuova modalità di invio della domanda tramite web. All’interno di questa domanda sono richieste le informazioni riguardante anche il nucleo familiare.
Con specifici riferimenti ad eventuali condanne penali e misure cautelari che hanno interessato i parenti. Laddove ci sono delle condanne penali vi sarà la perdita del sussidio con effetto retroattivo. In questo caso, la prassi prevede che i soldi percepiti debbano essere restituiti. Con la domanda che potrà essere presentata dopo dieci anni dalla sentenza di condanna.
Come avviene la restituzione del reddito di cittadinanza
Come detto, di recente viene richiesto di aggiornare i dati in maniera puntuale. Questo per scovare gli eventuali illeciti e chi intasca il sostegno senza avere i requisiti. Ma non solo. Aggiornare la dichiarazione presentata in precedenza serve a scovare anche chi ha fatto delle dichiarazioni mendace e false.
Sia per quanto riguarda il suo nucleo familiare che la sua residenza. Nei prossimi mesi, sembra che vi sia una nuova stretta sui controlli dei percettori del reddito di famiglia. L’intendo è quello di contrastare chi ha fatto dichiarazioni false. Oppure scovare chi lavora in nero. Una prassi comune in molti parti del territorio ma che è un reato punibile per legge. Fonte: Eco di Milano
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