Scuole chiuse per altri 4 mesi
Si rientra in classe dal 1 settembre direttamente con l’anno scolastico 2020-2021. Il ministero dell’istruzione e la task force che sta lavorando alla ripresa delle lezioni lavorano su questa strada: l’obiettivo è riaprire gli istituti nel rispetto della sicurezza. E quindi del distanziamento. In questi 4 mesi, quindi, sarà necessario adeguare le scuole al nuovo stile di vita imposto dal Covid-19.
Nel frattempo
Dovrà andare avanti la didattica a distanza fino a giugno, nel rispetto dei calendari già previsti, per chiudere l’anno scolastico: le classi che, dall’inizio di marzo, stanno viaggiando online hanno incontrato non pochi problemi. Dalla mancanza di dispositivi necessari per videolezioni, audiolezioni e piattaforme, alla mancanza di connessione nelle case dei ragazzi da Nord a Sud fino alla carente formazione digitale dei docenti. Si tratta di problemi da affrontare, in vista di una concreta possibilità di proseguire con la didattica online ancora per diversi mesi. Il Ministero dell’istruzione ha stanziato 85milioni di euro prima e poi altri 70milioni di euro di fondi Pon con cui le scuole potranno acquistare dispositivi da dare in comodato d’uso alle famiglie che ne fanno richiesta. Non saranno per tutti ma, comunque, serviranno per raggiungere una platea più ampia di studenti.
E’ chiaro quindi che la didattica online non si fermerà alla prima settimana del mese di giugno.
Il ritorno in classe è previsto per settembre. Ma anche a settembre si potrebbe ripartire con la didattica online ma a targhe alterne. In che senso? Gli istituti scolastici italiani non possono garantire la presenza degli studenti ad oltre un metro di distanza l’uno dall’altro. Anzi, si parla ancora di classi pollaio dove vengono accolti fino a 30 ragazzi per aula. La ministra all’istruzione Azzolina lavora al nodo del sovraffollamento delle scuole da tempo: un problema insostenibile in condizioni normali, impossibile in tempi di pandemia. In queste condizioni la scuola non può certo riaprire. Le strade al vaglio della task force sono diverse: adeguare le strutture o fare in modo che gli studenti non creino assembramenti.
Resta fermo l’obbligo di utilizzare misure di protezione per tutti
Dagli studenti ai docenti fino al dirigente e al personale addetto alle segreterie, alla pulizia e ai laboratori. Quindi si entrerà a scuola dotati di mascherine, innanzitutto, e detergente disinfettante per le mani che dovrà essere disponibile all’ingresso e nei corridoi durante la giornata scolastica. Il disinfettante verrà fornito dalla scuola, che dovrà provvedere anche all’acquisto di detersivi disinfettanti specifici per sanificare puntualmente i locali. Ma per le mascherine è da capire come provvedere all’acquisto. Chi provvederà a fornire le mascherine agli studenti in classe? E’ prevedibile che l’intera popolazione dovrà dotarsi di mascherine per i prossimi mesi ma stare per 5-6 ore in classe ogni giorno prevede un uso di protezioni costante . E la spesa potrebbe essere importante.
Per adeguare le scuole
Si pensa di avviare un monitoraggio dettagliato, sul territorio, per capire la reale capacità degli istituti: vale a dire la presenza di quante classi per quanti iscritti. E la possibilità di creare nuove aule: da un’aula magna, ad esempio, o da corridoi ampi sarebbe possibile ricavare più classi utilizzando pareti removibili, leggere e veloci da installare senza mettere mano alla reale composizione dell’istituto. Si tratta di pareti che poi, una volta terminato il periodo dell’emergenza, verranno rimosse.
L’altra strada
Quella di dividere i ragazzi per far sì che non siano troppi in aula, prevede turni di presenza: una classe da 22-25 ragazzi può essere divisa in due gruppi che si alterneranno in presenza e a distanza. Mentre il professore fa lezione in aula una metà della classe assiste dal vivo e l’altra metà resta a casa. Da remoto si può seguire online, con lezioni sincrone tramite una web cdm in classe, o può raccogliere il materiale dalla piattaforma di e-leanirng e andare avanti con il programma. I due gruppi possono alternarsi in questo modo di settimana in settimana per assicurare a tutti il contatto diretto con l’istituzione scolastica.(IlMattino)
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