Renato Vallanzasca, l'ex boss della banda della Comasina, detenuto per più di 50 anni con una condanna a "fine pena mai", è stato trasferito dal carcere di Bollate a una struttura assistenziale. La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano a seguito di una grave forma di decadimento cognitivo che ha colpito il detenuto.

La decisione del Tribunale: differimento della pena in regime di detenzione domiciliare

Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto l'istanza presentata dagli avvocati di Vallanzasca, Corrado Limentani e Paolo Muzzi, che chiedevano il differimento della pena a causa delle condizioni di salute del loro assistito. La richiesta è stata supportata anche dal parere favorevole della Procura generale. Vallanzasca, ormai affetto da un grave decadimento cognitivo, ha così ottenuto la possibilità di scontare il resto della pena in una struttura assistenziale, in regime di detenzione domiciliare.

Un lungo periodo di detenzione: 50 anni dietro le sbarre

Renato Vallanzasca è stato uno dei criminali più noti degli anni ’70 e ’80, capo della temuta banda della Comasina. Arrestato numerose volte e responsabile di rapine, sequestri e omicidi, è stato condannato a diversi ergastoli. La sua figura ha segnato profondamente la storia della cronaca nera italiana. Detenuto dal 1972, Vallanzasca ha trascorso oltre mezzo secolo in carcere, tra cui gli ultimi anni nel penitenziario milanese di Bollate.

Con la decisione del Tribunale di Sorveglianza, Vallanzasca lascia il carcere dopo più di 50 anni di reclusione. Il trasferimento in una struttura assistenziale segna un nuovo capitolo nella vita dell'ex boss, ora debilitato da gravi problemi di salute. La vicenda di Renato Vallanzasca continua a suscitare grande attenzione, rappresentando uno dei casi più noti nella storia giudiziaria italiana.

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