Israele sospende gli aiuti umanitari per Gaza: si complica la tregua proposta dagli Usa
La decisione di Israele di interrompere l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza mette a rischio la proroga del cessate il fuoco, mentre Hamas insiste sul ritiro delle truppe israeliane.

La proroga della tregua a Gaza, che Israele aveva accettato su proposta degli Stati Uniti fino alla fine del Ramadan e della Pasqua ebraica, appare sempre più incerta. Il governo israeliano ha deciso di sospendere l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, chiudendo i varchi di accesso. La misura, secondo fonti governative, è stata presa in coordinamento con Washington dopo il rifiuto di Hamas della proposta avanzata dall’inviato statunitense Steve Witkoff. Il gruppo palestinese protesta contro la decisione, denunciando una grave violazione del diritto internazionale.
La protesta di Hamas
Hamas ha reagito con fermezza alla sospensione degli aiuti, sostenendo che la priorità sia l’attuazione della seconda fase del cessate il fuoco. «L’unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri – ha dichiarato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi all’agenzia Afp – è completare l’attuazione dell’accordo, iniziando con l’attuazione della seconda fase». Tale fase prevederebbe il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, condizione che il governo di Netanyahu non sembra intenzionato ad accettare.
Le motivazioni di Israele
Israele giustifica la sospensione degli aiuti umanitari con il timore che Hamas possa sfruttarli per rafforzare la propria posizione. Secondo fonti israeliane, infatti, il gruppo palestinese avrebbe accumulato scorte sufficienti per i prossimi quattro mesi nei 42 giorni precedenti. Il governo ritiene che siano stati inviati a Gaza oltre 25.200 camion di aiuti durante l’ultimo periodo di cessate il fuoco, garantendo dunque un livello di approvvigionamento adeguato.
La posizione internazionale
La decisione di Israele ha suscitato preoccupazione a livello internazionale. Organizzazioni umanitarie e governi occidentali temono che la popolazione civile possa subire gravi conseguenze a causa dell’interruzione degli aiuti. Hamas, attraverso il canale qatariota al-Arabi, ha dichiarato: «Fermare l’ingresso degli aiuti significa la decisione di Israele di far morire di fame i residenti della Striscia di Gaza. Deve essere presa una posizione internazionale dura per fare pressione su Israele affinché fermi tutto questo».
Le condizioni imposte da Israele
Israele ha ribadito che non concederà ulteriori proroghe del cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. «Israele non consentirà un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi – ha dichiarato l’ufficio del primo ministro israeliano – Se Hamas continua a rifiutare, ci saranno ulteriori conseguenze». Le minacce di nuove azioni militari aggravano ulteriormente il clima di tensione nella regione.
Le difficoltà nei negoziati
I negoziati mediati dagli Stati Uniti e da altri attori internazionali stanno incontrando ostacoli significativi. Hamas insiste nel voler legare la liberazione degli ostaggi al ritiro totale delle truppe israeliane da Gaza, mentre Israele rifiuta categoricamente tale richiesta. La situazione rimane estremamente complessa, con le parti che continuano a mantenere posizioni inconciliabili.
Il possibile scenario futuro
Se la sospensione degli aiuti dovesse protrarsi, la crisi umanitaria a Gaza potrebbe aggravarsi rapidamente. Gli analisti prevedono un incremento della pressione diplomatica su Israele affinché permetta la ripresa della distribuzione degli aiuti. Tuttavia, senza un accordo tra le parti, il rischio di un nuovo conflitto aperto appare sempre più concreto.
La situazione a Gaza resta tesa e incerta. La sospensione degli aiuti umanitari da parte di Israele rischia di compromettere la tregua proposta dagli Stati Uniti, mentre Hamas continua a chiedere il ritiro delle truppe israeliane come condizione imprescindibile per il proseguimento del cessate il fuoco. La comunità internazionale osserva con apprensione, temendo un’escalation che potrebbe vanificare gli sforzi diplomatici compiuti fino ad ora.