E' morto a Roma all'eta' di 83 anni Ruggero Deodato, uno dei registi piu' importanti e controversi dell'epoca d'oro del cinema di genere italiano. La notizia e' stata data su Facebook da Sergio Martino, un altro protagonista di quella indimenticabile stagione.

Dopo gli esordi come aiuto regista al fianco di Roberto Rossellini, il cineasta lucano, nato a Potenza il 7 maggio 1939, lavoro' con esponenti di primo piano del "B-Movie" all'italiana. Debuttò in seguito dietro la macchina da presa nel 1964, ancora a fianco di Margheriti, con il peplum "Ursus il terrore dei Kirghisi". Nei primi anni '70 Deodato lavorò soprattutto per gli spot televisivi, cimentandosi nel frattempo con il thriller erotico ("Ondata di piacere", 1975) e con il poliziottesco ("Uomini si nasce poliziotti si muore", 1976).

La notorieta' arrivò però con la "trilogia dei cannibali" composta da "Ultimo mondo cannibale" (1977), "Cannibal Holocaust" (1980) e "Inferno in diretta" (1985). "Cannibal Holocaust", girato con una perizia non comune tra gli artigiani del cinema di genere, si guadagno' presto la fama di film maledetto. La vicenda del professor Monroe, che si reca in Brasile alla ricerca di quattro reporter misteriosamente scomparsi, e' considerato il primo "found footage" della storia dell'horror.

Il ritrovamento del filmato che mostra le violenze dei reporter ai danni degli indigeni, che poi si vendicheranno uccidendoli e divorandoli, sara' l'ispirazione per un intero filone, a partire dal celebre "The Blair Witch Project". L'attivita' di Deodato sarebbe scemata negli anni '90, con il progressivo esaurimento del cinema di genere. L'ultimo colpo di coda del vecchio leone arrivo' nel 2016 con "Ballad In Blood", una pellicola dai toni ironici sul delitto di Perugia. Negli ultimi anni Deodato aveva tenuto una rubrica fissa sulla rivista specializzata "Nocturno" dove aveva condiviso i suoi ricordi di quella spericolata, irripetibile era. (AGI)

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