Compleanno amaro per la pizza Margherita che festeggia le sue 131 primavere "con le vendite praticamente dimezzate a causa del coronavirus e del lungo periodo di lockdown che fanno sentire i loro effetti anche in questa prima fase di riapertura, mettendo a rischio il futuro di 63mila pizzerie e circa 200mila addetti".
Lo studio
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel giorno in cui si celebra la nascita di uno dei simboli della cucina italiana nel mondo. Nel periodo pre Covid-19 solo in Italia - continua la Coldiretti - si sfornavano circa 8 milioni di pizze ottenute grazie all'utilizzo di 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro.
La chiusura forzata dei locali ha avuto dunque un impatto devastante non solo sulle imprese e sull'occupazione ma anche sull'intero sistema agroalimentare che ha visto chiudere un importante sbocco di mercato per la fornitura dei prodotti.
Le riaperture
Con le prime riaperture in molti sono invece ricorsi prima alla consegna a domicilio e poi all'asporto pur di non farsi mancare il piatto simbolo del Made in Italy. Anche se la ripartenza per i locali resta comunque difficile a causa di una diffusa diffidenza da parte di chi ha ancora paura, della chiusura di molti uffici con lo smart working e dell'assenza totale dei turisti stranieri. Gli americani ne sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all'anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica. (La Repubblica)
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