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osa Vespa e suo marito Moses Omogo Chidiebere

Nel caso del rapimento della neonata Sofia a Cosenza, le chat di WhatsApp tra Rosa Vespa e suo marito Moses Omogo Chidiebere rivelano un quadro inquietante. I messaggi mostrati nel programma Quarto Grado evidenziano come l’uomo fosse completamente ignaro di quanto stesse accadendo.

La donna, dopo aver rapito Sofia, ha inscenato un parto mai avvenuto. «Non ti fanno entrare, ma ho partorito. Il nostro miracolo è arrivato», scriveva Rosa al marito, riferendosi al presunto arrivo del loro figlio. Rosa ha persino inviato una foto di un neonato – probabilmente recuperata da Internet – per rafforzare la sua versione.

Utilizzando un secondo numero, la donna si è finta un’infermiera e ha scritto a Moses: «Sua moglie ha partorito, un bimbo di circa 3 kg. Tra poco la faccio chiamare». Moses, convinto che il parto fosse avvenuto, non ha sospettato nulla, accogliendo Rosa quando è tornata con la piccola Sofia, rapita e portata via nella sua culla rosa.

Il rilascio di Moses e la reazione della famiglia di Sofia

Nonostante le sue dichiarazioni di estraneità ai fatti, la scarcerazione di Moses ha suscitato forte indignazione nella famiglia della piccola Sofia. I genitori, Federico Cavoto e Valeria Chiappetta, hanno espresso incredulità e rabbia: «Come può essere dichiarato estraneo?», si domandano, sottolineando le loro perplessità sull’esito delle indagini.

La famiglia teme che il prossimo passo possa essere una dichiarazione di incapacità mentale per Rosa Vespa, che potrebbe aprire la strada a una pena meno severa. «Siamo sconvolti e increduli – aggiungono – e temiamo che giustizia non venga fatta».

Un caso che sconvolge e divide l’opinione pubblica

Il rapimento della piccola Sofia continua a sollevare interrogativi non solo sulla dinamica dei fatti ma anche sulle conseguenze giudiziarie per Rosa Vespa e Moses. La famiglia Cavoto chiede giustizia e trasparenza, in un caso che ha colpito profondamente l’opinione pubblica.

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