Recovery Fund.
Tutti felici e contenti, applausi da parte della maggioranza, persino di Grillo, costretto ad uscire per un momento dalle sue apnee, per cercare di bloccare l' ascesa di Di Battista alla guida dei pentastellati, che da mesi sono privi di un Capo politico. Poi spulci le carte, quelle a disposizione, e ti accorgi che la verità è un' altra. Quella peraltro che il programma televisivo tedesco più importante (ARD) rileva: e cioè che Conte sta contando balle agli italiani, su come sono andate veramente le cose al vertice europeo. Peccato che molti ci credano.
Lo strumento del Recovery Fund
E' al momento solo oggetto di discussione tra i 27 Paesi della Ue. Non adesso, comunque, ma da attivarsi nella migliore delle ipotesi a partire dalla fine del 2020. Si tratterà soprattutto di prestiti. Di aiuti a fondo perduto - come stanno facendo Usa, Giappone e Gran Bretagna - nemmeno l' ombra. Come funzioneranno questi prestiti ancora nessuno lo sa. L' unica certezza sembra quella che i 27 Paesi della Ue dovranno versare una quota pro-capite e poi accedere al fondo cioè tramite somme di denaro da restituire. Un altro cappio al collo.(LiberoQuotidiano)
Recovery Fund: ecco l’Europa a due velocità, praticamente una banca
A leggere la dichiarazione del Presidente del Consiglio europeo, non si evince gran che sulle decisioni proposte il 23 aprile scorso sulle misure per contrastare il coronavirus Covid-19 in Europa. Normale, perché in genere il Consiglio non rende noto ciò che fa e dice, preferisce lasciarlo trasparire, per significare che la trattativa politica è sempre in moto.
Appunto: il Consiglio è un organo politico, dalle competenze vaghe
Tanto vaghe che alla fine ha straripato e straripa, con grave danno alla logica dell’UE, che, invece, è, nei trattati, la logica di una Istituzione con competenze e poteri precisi. La cosa, però, è molto meno ‘normale’ data la situazione nella quale ci si trova in Italia, certo, ma in Europa: sottolineo ‘Europa’, perché gli effetti devastanti del virus hanno determinato costi altissimi, anche negli Stati europei che non avevano problemi economici particolari, come in particolare la Germania e l’Olanda, anche se la situazione generale dell’Europa era ed è, virus a parte, molto negativa.
Per noi italiani, però, il colpo del virus è terribile, anche perché in una situazione economica che era già la peggiore di Europa (e per nostra colpa, nostra solo nostra, segnatevelo, perché ora ci torno) e col virus ci siamo trovati di colpo in ginocchio.
Nel bene o nel male, il Governo italiano
Qualche piccola cosa ha fatto, con mille pasticci ed esitazioni, con novecento consulenti misteriosi che lavarono nel segreto che manco James Bond, con una maggioranza instabile e litigiosa ma specialmente ignorante e incompetente, e alle prese con una opposizione a dir poco ridicola e irresponsabile -guardate l’opposizione portoghese!
Il Governo, per di più, è presieduto da un personaggio unico nel suo genere: avvocato avvocato, avvocato del popolo, amico e socio di Salvini e Meloni, amico e socio di Zingaretti e di Renzi, anzi, no, di Renzi no o forse sì purché se ne vada, eterodiretto da Di Maio o da Grillo o da Casaleggio o forse no, piacione e suadente, diretto (per fortuna ma) a fatica dall’unico che sembra capire quello che accade, Sergio Mattarella, che però a sua volta fatica molto a impedire le solite sbandate, e poi non può stargli dietro come la balia. Bene, tant’è.
Facciamocene una ragione, non abbiamo tempo per discuterne e litigarci su, però ricordiamocene appena avremo un momento di relativa tranquillità. Questo Governo, dunque, bisogna dargliene atto, con grande ‘coraggio’, inventa qualcosa come 100 miliardi per cercare di tamponare la situazione.
Ecco un primo punto: ‘inventa’, perché i denari non ci sono, letteralmente, bisogna farseli prestare, dagli stessi italiani in minima parte e dagli investitori stranieri in massima parte.
E questo è il secondo punto: perché gli investitori stranieri valutano se investire o meno nel nostro debito sulla base di ciò che accade da noi, il famoso spread. E quindi, terzo punto, per avere un tasso di interesse pagabile -guardate che, oggi come oggi, siamo al 150% del Prodotto italiano, una cifra, se capisco bene, intorno ai 3000 miliardi- occorre che noi abbiamo comportamenti affidabili verso chi ci presterà i soldi.
La prima cosa dunque da fare, e siamo al quarto punto,
E' mettere in ordine il nostro bilancio e sparare a zero, anzi, a palle incatenate, contro gli evasori che ci sottraggono 150 miliardi ogni anno che dio manda in terra. Non si tratta ‘solo’ di avere più soldi in mano, si tratta di mostrare che la smettiamo di fare i furbi e cerchiamo di diventare persone serie come in tutti -ripeto tutti- gli altri Paesi europei che contano, dove anche un caffè al bar lo paghi con la carta di credito, sulla quale hai ‘commissioni’ minime.
Ecco un primo punto:
‘inventa’, perché i denari non ci sono, letteralmente, bisogna farseli prestare, dagli stessi italiani in minima parte e dagli investitori stranieri in massima parte.
E questo è il secondo punto:
perché gli investitori stranieri valutano se investire o meno nel nostro debito sulla base di ciò che accade da noi, il famoso spread. E quindi, terzo punto, per avere un tasso di interesse pagabile -guardate che, oggi come oggi, siamo al 150% del Prodotto italiano, una cifra, se capisco bene, intorno ai 3000 miliardi- occorre che noi abbiamo comportamenti affidabili verso chi ci presterà i soldi.
La prima cosa da fare, e siamo al quarto punto
E' mettere in ordine il nostro bilancio e sparare a zero, anzi, a palle incatenate, contro gli evasori che ci sottraggono 150 miliardi ogni anno che dio manda in terra. Non si tratta ‘solo’ di avere più soldi in mano, si tratta di mostrare che la smettiamo di fare i furbi e cerchiamo di diventare persone serie come in tutti -ripeto tutti- gli altri Paesi europei che contano, dove anche un caffè al bar lo paghi con la carta di credito, sulla quale hai ‘commissioni’ minime.
E veniamo al quinto punto, quello cruciale, a mio parere: l’Europa.
L’Europa ha, indubbiamente, fatto una cosa non usuale sul Recovery Fund, destinato proprio ad aiutare tutti gli Stati membri, a superare la crisi del virus, ma solo quella.
Il fatto è che quel fondo potrebbe aiutare l’Italia (e non solo) a tamponare le voragini economiche aperte dal virus nella sanità, ma comunque sarebbe un prestito, da restituire prima o poi, il che non credo aiuti molto il nostro debito pubblico.
L’altra iniziativa, il Recovery Fund
Invece, viene sbandierato come una cosa formidabile nuovissima, fondamentale, e per di più come una grande vittoria di ‘solidarietà’ della Merkel e di abilità politica nel ‘convincere’, specialmente gli olandesi. Molti ne parlano con ammirazione. Io, lo vediamo subito, no.
Certamente, negarlo sarebbe solo stupido, è la prima volta che si progetta, per ora solo a parole, un qualche fondo comune da usare per lo sviluppo degli Stati membri. Bene. Finanziato, però, con i contributi degli Stati stessi. Male.
Ciò rafforza enormemente il potere degli Stati in quanto tali sulla UE, minandone l’autonomia e quindi la ‘terzietà’. Anche perché, dopo una trattativa che sarà sanguinosa, chi pagherà di più, pretenderà di più. Mi pare ovvio: la Troika non sarà derivante da un obbligo contrattuale, ma, peggio, da un obbligo, o meglio da un potere politico, che sarà sugli Stati membri e sulla stessa UE, da parte di chi pagherà di più … un ‘regalo’ generoso della Merkel o la polpetta avvelenata che si dà al topo?
Ma, per di più, si discute ancora se questo fondo darà denaro agli Stati per i propri investimenti (un po’ come lo Stato dà finanziamenti ai Comuni, per capirci) o prestiti. Si sussurra che sarà una sorta di fifty fifty. Ma allora due conseguenze, entrambe molto negative.
La parte che sarà data in prestito andrà ad aumentare il debito pubblico, insieme all’eventuale MES, al fondo per la cassa integrazione e ai finanziamenti della Banca Europea degli investimenti: per l’Italia pessima cosa. Per di più ben sappiamo come in Italia si stanzia 100 e arriva 15 dopo sei anni! Sulla parte a fondo perduto, vedremo se ci saranno particolari condizioni, ma almeno che siano finalizzati ad un uso ragionevole sarà preteso. Ma, di nuovo, sono denaro dato agli Stati, che ne faranno quello che vogliono, ciascuno per sé.
E dunque?
L’UE diventerà una sorta di banca, che, però, come tutte le banche, se vede che vai male, ti toglie i fondi o … ti minaccia di tagliarteli se … Chiaro?
L’UE, invece, è nata per essere una sorta di federazione. Lo dicono esplicitamente i trattati, e specialmente la storia della nascita dell’UE, che dispone di competenze esclusive, cosa veramente rivoluzionaria nella Comunità internazionale. Così, invece, non sarà nulla del genere, ma moltiplicherà le differenze e le diffidenze.
Il discorso sarebbe lungo
Ma l’origine della UE, nel 1951, fu la creazione di una entità che gestiva direttamente alcuni settori dell’economia. L’UE, cioè, sostituiva progressivamente gli Stati, assumendo su di sé la gestione dell’economia e anche la progettazione del futuro dell’economia. Cioè, gestiva e faceva politica economica.
Trasformarla ora in un elargitore di finanziamenti, ne snatura la logica e la funzione. Perché ovviamente, tra l’altro, favorisce gli Stati che hanno meno bisogno dell’‘aiuto’ comunitario. E strozza gli altri, che a quella ‘solidarietà’ non possono rinunciare. (Lindro.it)
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