Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che blocca i voli in arrivo dal Brasile e vieta l’ingresso di chi negli ultimi 14 giorni sia transitato da quel Paese.
La nuova ordinanza
«Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione», ha scritto su Facebook il ministro. «È fondamentale che i nostri scienziati possano studiare approfonditamente la nuova variante. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza».
La variante brasiliana
La variante del virus Sars-CoV-2 denominata «P.1», detta «brasiliana», desta particolare preoccupazione nella comunità scientifica e ha già spinto il governo del Regno Unito a chiudere i confini ai viaggiatori provenienti da quel Paese, dopo che un caso di Covid scatenato da quella variante è stato mappato in UK.
Come scritto da Silvia Turin qui, le varianti brasiliane — che sono in realtà due: la B.1.1.28 (K417N / E484K / N501Y), ribattezzata P.1, e la B.1.1.28 (E484K) — hanno una mutazione, la E484K, comune alla variante «sudafricana», che preoccupa perché sarebbe stata vista sfuggire agli anticorpi in alcuni studi.
In particolare, quella mutazione mostra una riduzione di 10 volte della neutralizzazione da parte di vari anticorpi rispetto al virus «comune» in alcuni pazienti.
La variante P.1 è anche ritenuta responsabile, in Brasile, della re-infezione di un paziente di 30 anni già guarito dalla malattia.
Deve essere studiata
Sarà necessario uno studio accurato per determinare le implicazioni per la protezione negli esseri umani. Le implicazioni più importanti riguardano la trasmissibilità e l’eventuale resistenza contro i vaccini. Su cui per ora c’è un cauto ottimismo da più parti della comunità scientifica.
La variante è sorta in un luogo dove la gran parte della popolazione era già stata infettata, Manaus. Come scritto da Sara Gandolfi qui, nello stato di Amazonas non c’è più ossigeno medico e si attendono forniture dal Venezuela. Le autorità sanitarie attribuiscono l’enorme aumento di contagi e il conseguente aumento di domanda di posti letto in ospedale alla diffusione della P.1.
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