Variante Nigeriana individuata e isolata a Brescia. La nuova scoperta pochi giorni fa individuata a Londra è arrivata anche in Italia ed è stata subito contenuta. In questo momento.
Stiamo espandendo il virus in modo da studiarlo più approfonditamente per capire l'impatto di questa 'VARIANTE NIGERIANA' dal punto di vista clinico e soprattutto, informazione cruciale soprattutto adesso, sull'efficacia dei vaccini"
Attualmente impiegati nella campagna di profilassi nazionale
"Questo è particolarmente importante - insiste Caruso - perché è quello che dovremmo fare ogni volta che spunta una VARIANTE e cioè la sorveglianza virologica, che significa isolare il virus e caratterizzarlo.
Perché fin tanto che parliamo di varianti" di coronavirus "e non sappiamo cosa significhino, il discorso resta molto vago".
Non creiamo allarmismi
Per non creare allarmismi ingiustificati, né all'opposto rischiare di sottovalutare un'emergenza, "è necessario invece dare risposte precise - avverte l'esperto - che possono venire solo dall'isolamento del virus e dalla caratterizzazione delle sue attività biologiche".
Le variante continuano a spaventare infatti non solo quella nigeriana è arrivata in Italia come ben sappiamo
Pericolo nuove varianti
Pericolo nuova variante. Aumentano ancora
il numero di positivi e quello
dei ricoveri in diverse zone d'Italia.
Quelli che si registrano sul fronte contagi sono praticamente già da
terza ondata.
Ad incidere in maniera forte sull’incremento dei casi di positività è la
variante inglese, che prende quasi per il 50% tra i nuovi infetti.
I ceppi mutati fanno aumentare i nuovi contagi in Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania.
Il ministro della salute
Roberto Speranza non nasconde la preoccupazione, parlando di dati epidemici ancora molto pressanti.
Il picco di questa nuova ondata potrebbe verificarsi dopo il
15 marzo.
Spaventato anche Massimo Galli, sulla nuova variante: infetta anche a oltre 1,5 metri di distanza
La mutante diventerà prevalente in Italia? Sì’, se non lo è già Milano.
“Un 37 o 40% in più di capacità di trasmissione”, dato indicato dall’
Istituto superiore della sanità per la variante inglese di Sars-CoV-2, “vuol dire che” il virus “va anche più lontano del solito metro e mezzo” raccomandato come distanza minima da mantenere fra una persona e l’altra per evitare il contagio.
Lo sottolinea
Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, intervenuto ad Agorà su Rai3. “Sono ipotesi che hanno una loro logica e che ci spaventano in modo particolare”.
“Soprattutto perché la variante Inglese è destinata a diventare presto prevalente in Italia “se non lo è già.
Galli precisa: “Come mi era già capitato di dire qualche giorno fa, essendo abbastanza curiosamente smentito anche sulla realtà materiale che invece si è confermata nei giorni immediatamente successivi”.
“Certi comportamenti sono sciagurati, non voglio usare altri termini già questi sono pesanti”.
Così Massimo Galli,
primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ad Agorà su Rai3, commentando gli assembramenti in alcune città del fine settimana.
Situazione scuole e didattica a distanza
Al momento non è chiaro l'impatto della variante inglese sulla scuola.
Sta di fatto che il comitato tecnico scientifico al momento è prudente e chiede alla politica di attuare chiusure laddove la sicurezza sia messa anche minimamente in dubbio.
Il
diffondersi delle varianti nelle fasce d’età più giovani ha comunque fatto allarmare i governatori.
Un po’ ovunque in Italia si rinuncerà alla didattica in presenza per passare invece
a quella a distanza.
Da oggi dunque
uno studente su tre tornerà a fare lezione davanti al pc.
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