Morte di Dora Lagreca: due anni dopo, restano i dubbi sulla caduta dal quarto piano
Le consulenze confermano una caduta "a candela", ma le indagini non chiariscono ancora le dinamiche.
Il 9 ottobre 2021, Dora Lagreca, 29 anni, originaria della provincia di Salerno, è morta in circostanze misteriose a Potenza, nell’abitazione del fidanzato Antonio Capasso. Dopo una serata trascorsa insieme a degli amici, la giovane è caduta dal quarto piano dello stabile dove viveva il compagno, senza vestiti addosso. Secondo Capasso, Dora si sarebbe lanciata volontariamente dal cornicione della terrazza dopo una lite.
Le indagini e le consulenze
Dopo un'opposizione all'archiviazione del caso, la Procura ha disposto due consulenze tecniche: una fisico-balistica e una medico-legale. Entrambe hanno confermato che Dora è caduta "a candela", cioè senza slancio, in modo parallelo al muro. Questo esclude l'ipotesi di una spinta da parte del fidanzato, ma anche quella di un tuffo volontario.
Le dichiarazioni della famiglia
L’avvocato della famiglia Lagreca, Renivaldo Lagreca, ha sottolineato che le conclusioni delle consulenze mettono in dubbio le dichiarazioni di Antonio Capasso. "Capasso ha cambiato versione quattro volte, e nessuna combacia con quanto accertato dalle perizie", ha affermato l'avvocato. "Non c'è stata spinta né tuffo, ma allora cosa è successo quella notte? Perché Capasso continua a non dire tutta la verità?"
Le domande rimaste senza risposta
Un altro aspetto che solleva dubbi è come Dora sia riuscita a salire su un muretto di spalle e cadere in quel modo. L’avvocato della famiglia insiste: "Se c'è stato un incidente, perché Capasso non lo ha mai detto? E perché, in questi anni di silenzio assordante, continua a non spiegare cosa sia realmente accaduto?"
Anche la consulenza medico-legale conferma quanto emerso dalla perizia fisico-balistica. "Siamo ancora in attesa di capire come si sia verificata quella caduta", ha dichiarato l'avvocato Lagreca. "Non escludiamo l'ipotesi di un incidente, e in tal caso, ci chiediamo perché la proprietà dell'immobile non sia mai stata coinvolta nelle indagini".
Due anni dopo, il caso resta aperto, con più domande che risposte, e una famiglia ancora in cerca di verità.